Attualità

Docenti e Ata in ritiro come i giocatori di calcio, l’idea d’un preside d’Arezzo: due giorni a confronto per ritrovare emozioni, fiducia, senso d’appartenenza

I lavoratori della scuola riuniti in ritiro, come fanno ad inizio stagione i giocatori di una squadra di calcio, pallavolo o basket: accade in provincia di Arezzo, a Pieve di Romena in Casentino, dove insegnanti e personale Ata dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Lucignano si sono riuniti in “ritiro emozionale”.

L’esperienza motivante, riportata dall’agenzia Ansa, sembrerebbe anche essere stata accolta in modo positivo dal corpo docente e dagli amministrativi: a proporla è stato il dirigente scolastico Cristiano Rossi.

“Era un po’ di tempo che avevo l’idea di portare tutto il personale della mia scuola a fare una sorta di ritiro prima dell’inizio delle lezioni”, spiega il preside all’agenzia Ansa.

E ricorda che non è la prima volta: “L’anno scorso – continua il ds – abbiamo realizzato questo tipo di esperienza a Rondine ed è stato un successo inaspettato. Quest’anno abbiamo individuato Pieve di Romena, in Casentino. Romena, dove siamo appena arrivati, è un luogo evocativo, carico di spiritualità laica (quindi l’iniziativa non ha alcun legame con i valori cattolici ndr) in cui poter ritrovare un nuovo slancio motivazionale prima dell’inizio delle lezioni e in cui poter investire sul benessere relazionale di tutto il nostro personale”.

Il ritiro e il confronto tra docenti e Ata si sofferma sull’accoglienza: “faranno da sfondo gli aspetti legati alla relazione, la costruzione di senso di comunità, la comunicazione e la gestione dei conflitti”, sottolinea il preside Cristiano Rossi.

Il ritiro non si limiterà ad un confronto di poche ore, come se si trattasse di un Collegio straordinario: durerà “due giorni”, specifica il preside, durante i quali “il personale scolastico, diviso in tre gruppi eterogenei (in ogni gruppo saranno presenti docenti dei tre ordini, dei vari plessi e il personale amministrativo e ausiliario) sperimenterà con le tre equipe, momenti di ascolto, gioco, attività, funzionali alla costruzione di relazioni di fiducia e di accoglienza, di risoluzione dei conflitti e di costruzione di un comune senso di appartenenza”.

Alessandro Giuliani

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