Ha prodotto diverse reazioni la Nota ministeriale, firma del capo dipartimento Stefano Versari, per la gestione del Contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 in ambito scolastico. Riferimenti tecnici e normativi per l’avvio dell’a.s. 2022/2023. Come rilevato dalla Tecnica della Scuola, il testo, che fa seguito alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, tra le altre cose prevede che dal 1° settembre 2022 verrà meno l’obbligo di vaccinazione per il personale scolastico.
La regola dell’obbligo rientrava in quelle inserite per il contrasto all’emergenza pandemica, ma ora il Ministero spiega che “dalla ricostruzione fin qui effettuata si evince che le richiamate disposizioni emergenziali, alla data in cui si scrive (19 agosto 2022, n.d.r.) in vigore in ambito scolastico, esauriscono la loro validità al 31 agosto 2022e, in assenza di ulteriori specifiche proroghe o rinnovi, non prolungano i loro effetti nel prossimo anno scolastico 2022/2023”.
Rimangono in vigore, comunque, le regole come il divieto di accedere nelle strutture scolastiche con sintomi influenzali o con febbre superiore a 37,5 gradi. Le scuole, inoltre, provvederanno alla sanificazione delle classi sia ordinaria sia straordinaria, in presenza di uno o più casi di positività, e a disporre i ricambi d’aria frequenti.
Antonello Giannelli, leader nazionale Anp, ha detto al Messaggero che non c’è molto da preoccuparsi, perché “il numero di docenti non immunizzati è molto basso”.
In effetti, si tratta di circa 5mila docenti e Ata, quindi meno di un caso per ogni istituto autonomo.
Gianelli darebbe piuttosto “più risalto ancora ai milioni di studenti, soprattutto tra i 5 e i 15 anni, non ancora vaccinati. Spero che le famiglie li portino a farsi il vaccino”.
In ogni caso, ha chiosato il numero uno Anp, “sul Covid dobbiamo essere pronti a un’eventuale nuova ondata e se ci dovesse essere un nuovo forte rischio di contagio potrebbero essere prese nuove misure per contenere la pandemia, come l’obbligo vaccinale per tutti gli insegnanti”.
A guardare all’autunno è anche Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, per il quale “le indicazioni del Ministero” rappresentano “un’interpretazione ottimistica per quanto riguarda l’accesso a scuola”, perché “se peggiorerà l’andamento pandemico le regole potranno cambiare di conseguenza. Questo vale anche per gli insegnanti non vaccinati”.
“In questo momento c’è un ‘liberi tutti’ e non possiamo fare altro che accettare queste decisioni. Ognuno si prenderà la sua responsabilità”, ha sottolineato Rusconi all’Adnkronos.
“Il rischio – ha concluso il dirigente scolastico romano – è che qualche docente non vaccinato possa venire contagiato da qualche studente, magari asintomatico. Quasi tutti i nostri ragazzi sono vaccinati e chi rischia sono quei pochi insegnanti non ancora immuni”. Di tutt’altro avviso è invece Marcello Pacifico, presidente Anief, secondo cui “finalmente, come ha sempre chiesto Anief, vengono cancellati i presupposti normativi per discriminare il personale scolastico non vaccinato. Ma non può finire qui, perché ora si aspetta sia la sentenza della Corte Costituzionale sia quella della Corte di giustizia europea per i risarcimenti”.
Il sindacato di origine siciliana, infatti, ha prodotto migliaia di ricorsi ed ora attende la risposta delle massime autorità giudiziarie per capire se i docenti no vax sospesi hanno diritto o meno a recuperare gli stipendi persi durante la sospensione dal servizio e anche un indennizzo per il demansionamento (su altri ruoli professionali) a partire dal 1° aprile scorso, quando furono riammessi a scuola.
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