Le retribuzioni degli insegnanti e del personale scolastico continuano a scendere inesorabilmente. L’Aran riporta una flessione del potere d’acquisto del 4,1% rispetto al 2008.
Come riporta Italia Oggi, si parla di una perdita netta di 80 euro mensili, che difficilmente potrà essere fermata nel breve periodo se si considera che la legge di stabilità prevede un esborso di 200 milioni di euro, che però non garantirebbe una crescita significativa in busta paga.
La contrattazione è ostacolata anche dai comparti e dalla rappresentatività sindacale, che il Governo vuole abbassare da 12 a 4, con molti sindacati contrari all’iniziativa, dato che la riduzione dei comparti ricadrà anche sulle sigle sindacali, che se non raggiungeranno il 5% di rappresentatività, non potranno accedere alla contrattazione.
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Anche se i sindacati del comparto scuola hanno numeri più importanti rispetto ad altre categorie della pubblica amministrazione, rischiando poco in questo caso, il rinnovo contrattuale passa proprio dall’accordo sui comparti, che vede il settore scolastico interessato esattamente come gli altri.
Secondo le previsioni, i finanziamenti per rinnovare il contratto scuola non dovrebbe essere oltre i 90 milioni di euro, anche se bisogna aggiungere i 200 milioni di euro l’anno stabiliti dalla legge 107/2015.
Tuttavia, il problema nasce dal fatto che questi soldi verranno distribuiti dai dirigenti scolastici come retribuzione accessoria, seguendo però i criteri stabiliti dal comitato di valutazione.
Pertanto, l’unico modo per recuperare il potere d’acquisto per il personale scolastico è lo stanziamento di altri fondi da parte del Governo, altrimenti si rischia nei prossimi anni di scendere ulteriormente oltre l’attuale 4,1%.