Chi si assenta troppo dal lavoro, senza avere una disabilità o patologie serie, può aspettarsi la richiesta, da parte del proprio preside, di svolgere una visita medico collegiale da parte della propria amministrazione. È una procedura non certo obbligatoria, ma che alcuni capi d’istituto adottano sempre di più, anche al fine di tutelarsi da possibili richiami superiori, qualora poi si scopra che quelle assenze non erano del tutto motivate.
Uno dei presidi che non ci pensa due volte a chiedere la visita di una commissione medica super partes è Alessandra Canepa, dirigente scolastica presso l’Istituto comprensivo 6 di Bologna: il Corriere di Bologna del 2 agosto scrive, infatti, che ha dapprima inviato un dipendente della sua scuola, assente da mesi, ad una visita collegiale per capire quali fossero le reali condizioni.
Quando i medici hanno risposto che era idoneo al lavoro e le assenze sono continuate, la preside ha così raccolto la documentazione, presentando un esposto ai carabinieri. E ora, dopo l’esposto il dipendente sarebbe indagato per truffa ai danni dello stato.
Lo stesso destino è quello che si profila per un’altra dipendente scolastica rimasta a casa quasi tutto l’anno.
“Non sono gli unici casi – dichiara il capo d’istituto al quotidiano emiliano – ho pensato che questa è la fotografia parziale di una sola scuola, se si moltiplicano vicende simili per tutte le scuole d’Italia, non riesco a immaginare quanti soldi pubblici vengono spesi male. Un quadro desolante”.
Pare però che il suo comportamento abbia scontentato alcuni docenti e collaboratori, che le imputano una ‘gestione autoritaria’.
Altri docenti, invece, le esprimono solidarietà e stima: “Semplicemente voglio che le persone lavorino”, chiude la preside.
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