L’anno scolastico per il personale docente e tecnico amministrativo è già iniziato da diversi giorni. Le notizie per chi lavora nella scuola non sono granché buone: l’obiettivo di tutelare oltre 170mila lavoratori bloccati dalle nuove norme per accedere all’assegno della pensione, non riguarda docenti e Ata.
L’ottava salvaguardia, servirà in prevalenza per tutelare una platea di “30-35 mila” esodati, così da non lasciare buchi nella rete di protezione per coloro che sono rimasti intrappolati dopo la legge Fornero, senza stipendio né pensione. Immediata, dopo l’estate, sarebbe l’introduzione del’Ape, l’anticipo pensionistico fino a tre anni con un prestito da restituire in 20 anni attraverso una penalizzazione sull’assegno cui potrebbero accedere tutti, accompagnato probabilmente dalla ricongiunzione gratuita dei percorsi contributivi.
Via libera immediata anche alla ricongiunzione gratuita per chi ha versato contributi a più enti previdenziali. Ma si tratta di uno “scivolo” fortemente oneroso.
Quali saranno i docenti che potranno accedere alla pensione nel 2016?
Ecco quanto afferma Domenico Iannicelli coordinatore provinciale Gilda Unams Avellino, al sito internet “OttoPagine”
Sono diverse le ipotesi in quanto bisogna distinguere tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata.
In ogni caso il personale della scuola che deve accedere alla pensione dovrà presentare relativa domanda di cessazione dal servizio entro la prima parte dell’anno: solo successivamente dovrà essere presentata la domanda di pensione che decorrerà alla fine dell’anno scolastico ossia a partire dal 1 settembre 2016.
Nel 2016 il personale della scuola potrà andare in pensione al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di anzianità di servizio per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne indipendentemente dall’età anagrafica. In alternativa i docenti potranno andare in pensione al compimento di 66 anni e 7 mesi di età congiuntamente al raggiungimento di 20 anni di servizio entro il 31 dicembre 2016.
Queste sono le novità, infatti, che sta introducendo il Miur attraverso una circolare e che riguarderanno sia i docenti sia il personale Ata.
Le indicazioni sulla presentazione delle domande di cessazione verranno fornite dal Miur: in ogni caso dovranno essere presentate entro la prima parte dell’anno tramite l’applicativo Polis e, successivamente, dovrà essere presentata domanda di pensione all’Inps. Potranno accedere alla pensione anche i docenti e il personale dell’Ata che alla data del 31 dicembre 2011 avevano maturato un diritto a pensione o di anzianità (la vecchia quota 96) o di vecchiaia. Per loro, infatti, si applicherà la disciplina previgente alla Legge Fornero.
Al di là dell’applicazione della normativa previgente alla Legge Fornero, esistono dei casi in cui è prevista la deroga a quanto disposto dalla stessa e in cui è previsto quindi l’accesso alla pensione anticipata. Innanzitutto il personale della scuola femminile che ha raggiunto un’età anagrafica di 57 anni e 3 mesi e una anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni entro il 31 dicembre 2015 potrà accedere ad opzione donna, il regime sperimentale che permette di andare in pensione anticipata in base alle regole del sistema contributivo.
Oltre alle lavoratrici donne, potranno andare in pensione anticipata anche quei lavoratori che hanno beneficiato nel corso del 2011 dei congedi per assistere figli con grave disabilità qualora abbiano raggiunto un diritto a pensione, con la vecchia normativa, entro il 31 dicembre 2015. Questo beneficio è riconosciuto solo a 2mila unità.
Rimangono invece le regole per quanto riguarda le pensioni d’ufficio nel settore scuola. Chi alla data del 31 agosto 2016 ha raggiunto la soglia dei 65 anni di età ed è in possesso dei requisiti per andare in pensione verrà quindi collocato in pensione d’ufficio dal prossimo 1° settembre. Altrimenti la risoluzione d’ufficio è prevista nei confronti di chi ha compiuto 66 anni e 7 mesi purché entro il 31 agosto 2016 abbia maturato i 20 anni di contributi versati.