La protesta dei dirigenti scolastici sta suscitando in rete commenti e prese di posizione non sempre coerenti con i dati di fatto.
La sensazione è che in molti abbiano colto l’occasione per qualche ulteriore regolamento di conti con gli “sceriffi” della scuola (a proposito: è di queste ore un comunicato con cui persino il Moige – associazione non certamente ‘estremista” – usa il termine ‘sceriffi per palrare dei dirigenti scolastici).
Prima e dopo il 25 maggio si è letto praticamente di tutto.
Tralasciamo il sarcasmo da avanspettacolo sullo sciopero della fame organizzato dal sindacato Dirigentiscuola (c’è chi ironizza su ds con stazza prossima al quintale che hanno saltato la colazione) che ha però messo in evidenza una situazione di cattiva informazione (non si sa se voluta o meno).
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Pochi, per esempio, hanno fatto i dovuti distinguo e per quasi tutti quella del 25 maggio è stata la protesta dei “presidi sceriffo” dell’Anp. In realtà la questione è assai più articolata in quanto l’Anp non aveva affatto proclamato sciopero ma aveva indetto una manifestazione nazionale a Roma per partecipare alla quale ciascun dirigente scolastico ha utilizzato le forme più diverse (permesso, ferie, recupero di ore, e così via).
Lo sciopero era stato indetto dall’Udir (segretario nazionale Marcello Pacifico) a vi hanno aderito due-trecento presidi al massimo.
D’altronde la concomitanza fra scioperi e altro tipo di iniziative non è affatto una novità: il 3 maggio scorso, per esempio, in concomitanza con lo sciopero dei sindacati di base contro le prove Invalsi, alcuni sindacati del comparto avevano indetto assemblee sindacali o altre manifestazioni.
Ma, forse, il dato più curioso è ancora un altro: all’indomani del 25 maggio sono tornati più vivi che mai in rete gli slogan anti-ds, compresi quelli contro gli stipendi principeschi dei dirigenti.
Sulla questione degli stipendi dei ds non ci ritorniamo: ne abbiamo già parlato più volte, mostrando – numeri alla mano – che i ds assunti negli ultimi anni superano di poco i 2.500 euro mensili, ma le leggende continuano a proliferare.
C’è però un punto della polemica che è poco chiaro: i presidi sceriffo con stipendi principeschi, ammesso che tali siano, non appartengono tutti al’Anp, più della metà di loro ha la tessera di un sindacato del comparto. La domanda allora è molto semplice: ma i docenti iscritti al sindacato x del comparto scuola sono consapevoli di stare in un sindacato che accoglie nelle proprie fila anche gli “sceriffi”?
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