Docenti esodati, uno scandalo tutto italiano

Le procedure di collocazione del personale docente per l’anno scolastico 2017/2018 sono ormai quasi terminate e, ancora una volta, si è avuta la conferma di quanto la c.d. legge sulla “Buona scuola” si sia rivelata una intollerabile  beffa per i numerosi ex precari storici (Gae fase b) assunti dal piano straordinario. Una beffa perché sono state effettuate numerose  assunzioni, sia dalle Gae  sia dalle graduatorie di merito del concorso 2016, nelle province del centro-sud dalle quali i docenti del comitato 8000esiliatifaseb Gae sono stati sradicati, subendo una inaccettabile deportazione che, dopo anni di precariato, li ha costretti ad abbandonare famiglia e affetti.

Dunque, è oggi lampante che i precari storici del sud sono stati assunti a centinaia di chilometri di distanza per fare spazio a chi viene assunto, a distanza di breve tempo, nella provincia di residenza pur disponendo di un punteggio bassissimo o addirittura nullo.  Una beffa perché le nuove assunzioni seguono una farsesca procedura di mobilita’, che ha riservato ai trasferimenti interprovinciali una percentuale irrisoria rispetto al numero abnorme di docenti che legittimamente speravano di potersi ricongiungere alle proprie famiglie, con il prevedibile esito di lasciare praticamente tutti i docenti nelle destinazioni assegnate a seguito della precedente mobilita’. 

Una beffa perché ulteriori 52000 cattedre circa sono state destinate a nuove assunzioni. Dunque,  i docenti che hanno creduto  al piano straordinario, cedendo al ricatto psicologico del Governo,  sono stati trasferiti in province lontane  e spesso  per  insegnare materie diverse da quelle per le quali, nel corso degli anni, avevano maturato esperienza e  punteggio in graduatoria, mentre i docenti che hanno coraggiosamente diffidato del piano straordinario della legge sulla “Buona scuola”, sono oggi stati premiati.

A questo punto non c’è alternativa al ricorso alla Corte costituzionale ed alle istituzioni comunitarie che potranno certamente riportare ordine e equilibrio in una situazione che ha del paradossale. Professionisti che per anni hanno retto sulle loro spalle le sorti della scuola pubblica, e che hanno subito l’illecito abuso dei contratti a termine da parte del datore di lavoro governativo (MIUR), sono stati poi mortificati nei loro diritti personali, familiari e lavorativi e lesi nella loro dignità, a fronte del ‘posto di lavoro’ loro assegnato a centinaia di chilometri di distanza dal luogo in cui avrebbero avuto diritto e per svolgere anche ruoli diversi da quelli per anni resi, sia pure come supplenti, nel sistema della scuola pubblica.

Fino ad ora solo pochi giudici, ordinari o amministrativi, hanno preso atto delle gravi illegittimità del piano straordinario di assunzioni e della successiva procedura di mobilita’ attuata in base alla ordinanza ministeriale n 241/16.

In questa situazione di denegata giustizia, il governo italiano trova argomenti per non mettere in campo alcun rimedio definitivo che consenta un rientro a casa delle migliaia di docenti esodati.

Anche le assegnazioni provvisorie, infatti, non riusciranno a garantire una soluzione, ancorché temporanea, alle gravi ingiustizie patite da quei docenti che per decenni, in regime di precariato, hanno garantito il funzionamento della scuola pubblica italiana.

Uno scandalo tutto italiano, nel quale si assiste al sacrificio gravissimo di migliaia di persone, titolate e qualificate, che stanno sacrificando la loro vita personale e familiare per un posto dilavoro nella scuola

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