Docenti idonei concorso Pnrr 2023: “da vincitori a fantasmi che dovranno ripetere tutto, è una assurdità” – Intervista a Luigi Sofia

CONDIVIDI

“Noi chiediamo Innanzitutto dignità al merito: siamo insegnanti che abbiamo superato un concorso pubblico, abbiamo superato una prova scritta e una prova orale. Ma il giorno dopo che si è concluso il concorso sono uscite le graduatorie e non ci siamo visti riconoscere nulla, perché le graduatorie purtroppo hanno compreso soltanto i vincitori mentre gli idonei, cioè noi che avevano superato entrambe le prove, ad oggi ci ritroviamo ‘fantasmi’, senza niente in mano: senza nemmeno una graduatoria a scorrimento. E questa è una assurdità, perché domani il Governo vuole già indire un nuovo concorso, uguale a quello che noi abbiamo superato: ce lo vogliono far ripetere, ma noi non vogliamo più ripetere concorsi”. A raccontarlo alla Tecnica della Scuola è Luigi Sofia, portavoce degli idonei del concorso Pnrr 2023-24 per la scuola d’infanzia, primaria e secondaria.

Il 27 settembre Luiigi Sofia è sceso in piazza a Roma, davanti l’Ufficio scolastico regionale, assieme ad alcune centinaia di docenti precari. Contemporaneamente altri precari manifestavano per lo stesso motivo a Milano, Firenze, Napoli e Bari. Per superare lo stato di precarietà, poiché hanno superato il concorso, rivendicano l’idoneità con graduatoria a scorrimento. E l’abilitazione all’insegnamento.

Quanti sono in Italia gli idonei non assunti?

“In questa situazione siamo certamente diverse migliaia, se consideriamo che ogni anno sono 300.000 i supplenti in Italia, cioè persone che vivono con il contratto a tempo determinato: la cifra potrebbe essere come minimo un terzo di questi”.

In cosa è consistito il concorso svolto?

“Abbiamo superato una prova scritta, che si è tenuta chiaramente su ogni territorio regionale, e soprattutto abbiamo anche sostenuto una prova orale, la quale ha dimostrato la nostra capacità nel potere portare avanti una lezione in una condizione simulata, con cui si sono messe di fatto alla prova le nostre capacità, le nostre competenze. Secondo loro domani dovremmo ripetere tutto. Invece, secondo noi dovremmo essere reputati idonei”.

Il Ministero vorrebbe coinvolgere la Commissione Europea per capire se è fattibile la proposta di ripescaggio degli idonei: è fattibile?

“Auspichiamo che il ministro torni indietro sui suoi passi, solo che ci vuole far credere che sia l’Unione Europea a non volerci dare l’idoneità, ma è una barzelletta. Questa è stata una volontà politica che noi abbiamo contestato dall’inizio ed è la volontà di continuare a proliferare concorsi per fare chiaramente mercato. Perché quando si sono concorsi ci sono titoli da acquistare e titoli da vendere, qualcuno si arricchisce e tanti, purtroppo, si impoveriscono”.

Cosa pensate dei titoli conseguiti all’estero?

“Siamo assolutamente contrari, perché non c’è alcuna legittimità e alcuna certezza che questi titoli abbiano un riscontro nella realtà che viviamo dentro le scuole italiane e nei percorsi che sono invece svolti dentro l’università pubbliche. Questa è invece mercificazione che viene da lontano e che è stata legittimata. Da questo governo negli accordi che hanno fatto tra il Ministero e le Università telematiche”.

In conclusione, cosa chiedete?

“Basta concorsi, siamo esauriti: ci sono gli idonei, ci sono i precari storici, ci sono già gli insegnanti. Si assumano loro e noi, ma basta fare altri concorsi”.