Pubblicare le graduatorie dei candidati docenti risultati idonei ai concorsi, ammetterli frequentare il corso abilitante, convincere la Commissione europea che la realtà italiana è particolare sia come sistema di reclutamento sia come storia, reintrodurre la Call veloce: sono alcune delle richieste formulate il 15 novembre dalla delegazione Anief ai vertici dirigenziali del ministero dell’Istruzione e del Merito al termine della manifestazione del sindacato promotore dello sciopero nazionale della scuola. I contenuti del confronto sono stati illustrati alla ‘Tecnica della Scuola’ da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Abbiamo ricordato al Ministero – ha detto Pacifico – che a volte ci sono dei vincitori rinunciatari e nell’ottica della trasparenza e del buon andamento della Pa occorre pubblicare sempre le graduatorie”.
Il sindacato ha ricordato al Mim l’importanza di reintrodurre il doppio canale di reclutamento: “C’è una procedura di deferimento dell’Italia in Corte di Giustizia europea, oltre le sanzioni che decidono i giudici nazionali: l’Anief ha fatto restituire 22 milioni di euro negli ultimi 21 mesi a più di 10.000 precari o già precari. Oltre a questo, si aggiungono le sanzioni amministrative della Commissione europea nei confronti dell’Italia. Quindi il nostro Paese dovrà per forza” adeguarsi per “assumere i precari, anche storici, che sono da anni nelle nostre graduatorie”.
Infine, l’Anief ha chiesto “una specifica indennità di servizio: quella indennità – ha spiegato Pacifico – che oggi è riconosciuta solo se fai ricorso. Chi ha avuto un abuso dei contratti dopo 36 mesi ha diritto fino a 24 mensilità in base alle annualità di abuso”.
“Noi vorremmo che fosse data per contratto e per legge. E in ultimo, il principio di parità di trattamento che deve essere economico e giuridico: ancora oggi precari sono più di 500.000 nelle nostre scuole, hanno più di 36 mesi di servizio, non hanno una progressione stipendiale cioè non hanno gli scatti di anzianità anzi quando entrano in ruolo hanno una ricostruzione di carriera ‘raffreddata’ rispetto agli anni di pre-ruolo”.
Inoltre, ha continuato Pacifico, “se sono supplenti brevi e saltuari non hanno il salario accessorio, la retribuzione professionale dei docenti e il contributo individuale. Non hanno diritto alle ferie monetizzate. Ancora oggi, nonostante delle sentenze della Corte di Giustizia europea, solo se ricorrono in tribunale possono ottenere questi diritti. E non hanno addirittura gli stessi permessi assenze del personale di ruolo. Ecco. dobbiamo ottenere questo si chiama principio di non discriminazione: ce lo chiede l’Europa”.
Il sindacalista ha quindi detto che la protesta è stata attuata anche “per tutto il personale, perché gli stipendi purtroppo si sono sempre più abbassati e l’età pensionabile sempre più aumentata”.
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