La domanda non è nuova: a cosa serve il foglio firme che ogni scuola pone all’entrata o in sala professori, se la presenza si verifica con il registro di classe?
Forse, però, a pensarci bene una funzione ce l’ha: registrare la presenza di quegli insegnanti, non pochi, che sono a disposizione oppure fanno parte del “potenziamento”. Allora, ribattono gli anti-burocrati, la firma sul foglio nella sala dei prof deve essere prevista solo per loro e non per tutti.
Deve averla pensata così, opponendosi alla firma all’entrata a scuola, anche quel docente RSU dell’Ipssar “F.P.Cascino” di Palermo, a cui il dirigente ha inviato una lettera di contestazione di addebito: il ds gli ha contestato di essersi rifiutata di registrare la presenza giornaliera, sottoscrivendo l’apposito foglio-firme disponibile presso la portineria dell’istituto, ed essersi limitata a firmare solo ed esclusivamente il registro di classe.
A favore del prof si è però schierata l’Usb Scuola Palermo, che ha anche lanciato una campagna di solidarietà nei suoi confronti.
Per il sindacato di base, del resto, “la giurisprudenza più recente (vedi da ultimo la Corte di Cassazione sentenza n. 11025/2006) ha ritenuto che per i dipendenti pubblici l’obbligo di adempiere alle formalità prescritte per il controllo dell’orario di lavoro deve discendere da un’apposita fonte normativa di tipo legale o di tipo contrattuale”.
“Nel vigente contratto collettivo di lavoro del comparto scuola del 29 novembre 2007 – continua l’Usb – solo per il personale ATA è previsto espressamente l’obbligo di “adempiere alle formalità previste per la rilevazione delle presenze” (art.92, comma 3, lettera g), il che autorizza l’amministrazione ad introdurre sistemi di verifica del tempo lavorato mediante l’uso di apparecchiature elettroniche come il cartellino magnetico. Una simile disposizione non è prevista anche per il personale docente. Per i docenti il sistema di rilevazione e di controllo della presenza in servizio “è attestato unicamente dalla firma sul registro di classe (Corte di Cassazione, Sez. V del 20.11.1996)”, costituendo peraltro “dotazione obbligatoria di ciascuna classe facente fede erga omnes quale attestazione di verità dell’attività svolta in classe dall’insegnante (Corte di Cassazione, Sez. V del 13.11.1996)”.
Una “firma”, quella sul registro di classe, che per molti docenti sta sempre più diventando digitale, poiché stanno sempre più prendendo il sopravvento queste tecnologie digitali-interettiva rispetto ai tradizionali registri di classe cartacei.
L’USB, in una nota inviata al dirigente scolastico in data 14 ottobre 2016, ha fatto rilevare che “i fogli firme predisposti dalla dirigenza (o presumibilmente predisposti dalla dirigenza) in portineria, per rilevare l’ingresso e l’uscita dei docenti, mancavano di vidimazione con timbro della scuola, di firma del Dirigente scolastico (o suo sostituto) e di relativo numero progressivo”.
E che “tali fogli, così predisposti, rappresentano una violazione delle normali norme sulla trasparenza e non hanno alcun valore di atto pubblico. Il docente incriminato si è rifiutato di apporre la propria firma su tali fogli “volanti” (collocati in portineria) perché potevano essere in ogni istante oggetto di manipolazione da parte di terzi o utilizzati per qualsiasi attività recando sola la vaga dicitura “foglio firme docenti del giorno…”. Il docente in questione ha regolarmente firmato i registri di classe, attestando la propria presenza giornaliera all’interno dell’istituzione scolastica”.
“Abbiamo ricordato alla dirigenza – ha detto ancora l’Usb – che la presenza in servizio dei docenti, anche in relazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro, è attestata dalla firma del registro di classe che ha valore di atto pubblico, destinato quindi a fornire la prova di fatti giuridicamente rilevanti e a documentare avvenimenti relativi all’amministrazione scolastica”.
Pertanto, “come USB troviamo irresponsabile l’avvio di una procedura sanzionatoria per un collega che si è esclusivamente rifiutato di eseguire un “ordine” palesemente illegittimo e privo di fonti normative a supporto, come attestano anche tutte le circolari di riferimento che non evidenziano mai un riferimento normativo”.
Usb Scuola chiede, infine, “a tutti i colleghi della scuola che da domani (giovedì 10 novembre ndr) , in segno di solidarietà con il collega coinvolto, si rifiutino di firmare i “fogli volanti” posti in portineria, che le altre RSU dell’istituto (sindacati ANIEF, SNALS, SLAI COBAS) debbano opporsi compattamente all’obbligo di firma in ingresso ed uscita, e che le organizzazioni sindacali concertative finalmente intervengano in questa scuola per difendere i diritti dei lavoratori.
Noi come USB – concludono – non ci fermeremo e continueremo a difendere tutti i lavoratori della scuola, ritenendo l’obbligo di firma in ingresso ed uscita inaccettabile, rivendicando il diritto alla libertà di non osservare una disposizione di servizio illegittima e imposta dall’alto”.
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