Solo vivendo potremo sapere se e quando, e con quali modalità saranno sistemati i 150 o 200 mila precari della Scuola. C’è da augurarsi che, dopo anni ed anni di onerosi sacrifici, le legittime aspettative degli interessati non vadano deluse. Ai docenti in fiduciosa attesa vorrei ricordare i versi del poeta Ignazio Buttitta (1899 -1997):
“Non ti stancare mai di strappare spine, di seminare all’acqua e al vento.
La Storia non miete a giugno né vendemmia a ottobre.
Ha una sola stagione: il Tempo”.
In quanto alla dibattuta questione della qualificazione della nuova categoria di insegnanti, sembrano ormai accettate le denominazioni suggerite dal linguista e glottodidatta Gianfranco Porcelli (1941 – vivente):
Professori Temporanei Permanenti (PTP) oppure Docenti Temporanei Permanenti (DTP), che non stonerebbero affatto con gli altri ossimori e sigle alle quali siamo da tempo purtroppo abituati.
Al di là dei versi, degli ossimori, delle sigle, delle legittime speranze dei docenti e delle promesse dell’attuale Presidente del Consiglio, che ha voluto personalmente presentare il documento programmatico su “La Buona Scuola”, la questione è assai seria. Da qualunque parte si stia politicamente, dobbiamo sentirci tutti coinvolti nell’auspicare che il tema Scuola ed il suo buon funzionamento siano sempre all’ordine del giorno.
Per questo mi preme rivolgere un caloroso appello agli organi di stampa perché facciano un ulteriore sforzo affinché si dedichi a tale tema un maggiore spazio sentendo un po’ tutte le voci ericordare al Presidente del Consiglio dei Ministri quale iattura sarebbe per la Nazione se le promesse, in questo caso, fossero disattese.