Prima di tutto un grazie di cuore ai nostri cari e bravi docenti! Facendo seguito alle notizie circolate in questi giorni sulla deroga introdotta dal ministro Madia in merito alla possibilità data ai dirigenti di nominare docenti in pensione, mi sento di dover fare una riflessione che è quella che segue.
Questo per dimostrare l’attenzione del Governo verso i giovani e il ricambio generazionale annunciato. Questo per cambiare verso!
Dico questo con grande rispetto e riconoscimento per il grande contributo dato negli anni alla scuola italiana dai docenti prossimi alla pensione, ma mi pongo la domanda: dov’è il tanto annunciato cambiamento? E’ questa l’attenzione che questo governo ha riservato al mondo della scuola? In che modo questi docenti potranno e dovranno contribuire a migliorare il nostro sistema di istruzione? Molti di loro hanno aspettato con ansia il giorno della pensione, ieri negata ai quota 96. Ma davvero questo Governo ha imboccato la direzione giusta?
Questi docenti prossimi alla pensione, avranno la forza, l’energia necessaria per portare avanti ancora questa sfida che si preannuncia ancora più difficile di quanto lo fosse quando erano in cattedra? Per molti di loro, pur essendo in cattedra, continuare a lavorare in questi ultimi anni è stato veramente difficile, soprattutto per i cambiamenti epocali che ci sono stati. In questi ultimi anni la scuola è radicalmente cambiata e sta cambiando tutt’ora fisionomia.
Ci avviamo verso una nuova scuola, profondamente diversa da quella conosciuta dai nostri “vecchi” ma “bravi docenti”, a molti dei quali ci inchiniamo. Tuttavia siamo di fronte ad una nuova sfida, una rivoluzione epocale dove tutto sta cambiando sia nei metodi di insegnamento/apprendimento sia nell’uso delle nuove tecnologie. Siamo ad un bivio! Di fronte a tutto questo, come la mettiamo con il gap generazionale? Come gestiranno i “vecchi” seppur bravi docenti questa differenza? Ci riusciranno ad affrontare la sfida che li aspetta? Cioè reinterpretare il loro ruolo e la loro missione adeguandosi al nuovo che avanza?
Un caloroso abbraccio ai docenti che andranno in pensione per il lavoro svolto, quasi sempre con amore e dedizione, a volte andando al di là di ogni aspettativa. A volte al di là dei propri doveri e in assenza di diritti. Ma sono andati sempre “diritti”, facendo un gioco di parole, per la loro strada, forti del senso del dovere e di responsabilità, a cui sono stati chiamati dagli obblighi contrattuali e dai principi fondamentali incardinati nel dettato costituzionale. Grazie a questi docenti che hanno saputo trasmettere a tutti noi valori fondamentali in cui credere e che oggi cerchiamo di difendere con tutta la nostra forza.
E’ proprio in virtù dei loro insegnamenti che cerchiamo di portare avanti le nostre idee e i nostri valori di libertà, di democrazia, di giustizia e di uguaglianza sociale. E’ proprio per questo che diciamo no a pseudo-riforme della scuola calate dall’alto e gridiamo alla scandalo per quello che sta succedendo in queste ore, perché senza soluzione di continuità con i governi precedenti, sia di destra che di sinistra, la scuola sta subendo un ulteriore colpo mortale!
Grazie, grazie, grazie a tutti i docenti che sono prossimi alla pensione per l’impegno svolto in questi anni, auguro loro che la vita di futuri pensionati possa restituire loro il meglio per tutto ciò che hanno dato in questi anni!