Ai plessi di Fratte, Matierno e del rione Calenda, appartenenti all’istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino di Salerno, con più di 750 studenti tra infanzia, elementare e media, in un bacino d’utenza che sfiora i 7mila abitanti, si è deciso di aprire le classi a docenti pensionati che a titolo gratuito continueranno a fare lezione seguendo un percorso di programmazione annuale come i docenti ordinari in servizio.
Anche a Brescia stessa musica, infatti, non si è aspettato neppure lo stanziamento dei fondi del Miur destinati alla formazione dei docenti impegnati sul potenziamento dell’italiano come seconda lingua. Si è preferito fare appello al lavoro gratuito dei docenti pensionati, visto che il fondo d’istituto è risultato sempre più a “secco” dopo le riduzione del Fis.
In maniera analoga si procede in Alto Adige, dove poco tempo fa la giunta provinciale altoatesina ha approvato un piano di incentivo dell’apprendimento dell’italiano, ma anche del tedesco, rivolto ai figli dei migranti attraverso il coinvolgimento di ex insegnanti in pensione. Storie uguali in territori diversi, che evidenziano un mal comune del sistema scuola: la mancanza di finanziamenti adeguati.
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