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Docenti in protesta nel Regno Unito: pagamento, edilizia scolastica e stabilizzazione i temi più a cuore

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Una primavera calda quella europea. Milioni i lavoratori del Vacchio Continente a reclamare i propri diritti e a protestare, come accade in Francia, contro un poco digeribile aumento dell’età pensionabile, da 62 a 64 anni. La Germania ed i relativi lavoratori si uniscono alla protesta in maniera simbolica; restano comunque importanti gli impatti sui settori strategici come quello metallurgico e siderurgico, già in panne per via della penuria cronica di gas naturale. I docenti, poco soddisfatti circa i risultati ottenuti attraverso accordi sindacali – esecutivo, bloccano ancora intere aree del Regno Unito, specie a nord, impedendo il normale svolgimento delle attività didattiche. Pagamento, edilizia scolastica e stabilizzazione i temi più a cuore.

Didattica ferma. Le ragioni dei docenti: malcontento e speranza

I genitori possono aspettarsi ulteriori interruzioni scolastiche nelle prossime settimane dopo che gli insegnanti hanno rifiutato in modo schiacciante un compenso “ridicolo e sotto le aspettative”, riferisce Amy Lewis, portavoce dei docenti in lotta. Gli insegnanti della National Education Union (NEU) hanno rifiutato quella che i leader hanno descritto come un’offerta retributiva “offensiva” e ora organizzeranno ulteriori scioperi in Inghilterra questa primavera, partendo già dalla prima settimana di aprile. Secondo il sindacato, il 98% dei membri che hanno preso parte al ballottaggio ha rifiutato l’accordo proposto dall’esecutivo in carica.  Hanno criticato il Segretario di Stato per l’Istruzione Gillian Keegan per l’ultima offerta di pagamento, dicendo che “non ha tagliato la senape” (detto anglosassone relativo a misure poco ortodosse ed efficaci). Sia Keegan che Rishi Sunak, portavoci del Ministero, hanno definito il risultato “estremamente deludente”, con Sunak che ha affermato che ulteriori scioperi saranno “enormemente dannosi” per l’istruzione dei ragazzi già dopo le interruzioni provocate dall’emergenza sanitaria da COVID-19.

E in Italia?

Lo sciopero della scuola è stato proclamato per tutta la giornata del 24 marzo e riguarda tutto il personale docente e ATA, a tempo indeterminato, atipico e precario. L’iniziativa, come riportato in articoli de La Tecnica, è promossa da SAESE (Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia), con il fine di proporre “un’innovazione economica attraverso un nuovo sistema di istruzione”. Lo sviluppo della didattica per i giovani secondo il sindacato, in riferimento alla cronica penuria di personale specializzato STEM, deve avvenire in riferimento ad un mercato del lavoro continuamente in evoluzione ed alla ricerca di nuove figure. Pertanto occorrerebbe insistere, secondo SAESE, sulla pianificazione di attività laboratoriali adeguate ed orientate alla professione. Interessante il ruolo proposto per i pensionati, i quali potrebbero integrare al ricavato mensile una quota per l’insegnamento del mestiere esercitato durante la vita professionale, in modo tale che le conoscenze di generazione in generazione non vadano perdute.