Ci sono buone notizie per i tanti insegnanti che hanno iniziato la loro carriera nelle scuole paritarie.
Dai tribunali continuano a pervenire indicazioni di equiparazione di quel servizio d’insegnamento a quello svolto negli istituti scolastici statali.
Ai ricorsi, patrocinati dai sindacati, si aggiungono quelli condotti dai singoli legali. A Palermo, ad esempio, il giudice del lavoro, con sentenza n. 2124/2017, pubblicata il 5 luglio, ha condannato il Miur ad attribuire alla parte ricorrente, in relazione alla procedura di mobilità dell’anno scolastico 2016/2017 ed alle successive, anche il punteggio derivante dal servizio pre-ruolo prestato presso le scuole paritarie.
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Inoltre, il giudice del capoluogo siciliano ha condannato il ministero dell’Istruzione a computare alla medesima stregua di quello prestato presso le scuole statali il predetto servizio pre-ruolo, anche ai fini della ricostruzione della carriera e della posizione stipendiale maturata.
“Dopo le numerose sentenze emesse in varie province d’Italia – racconto l’avvocato Rosanna Mangiapane, che ha difeso i ricorrenti – anche il Tribunale di Palermo si è per la prima volta pronunciato sul riconoscimento del servizio pre-ruolo prestato dai docenti presso le scuole paritarie, accogliendo integralmente le domande spiegate in seno al ricorso proposto”.
Ora, poiché i precedenti cominciano ad essere diversi, potrebbe accadere che anche altri docenti che hanno dei trascorsi nelle paritarie (e sono molti), tentino la stessa strada del ricorso. La quale comporta non solo maggior punteggio per le domande di mobilità, ma anche riconoscimenti economici: sotto forma di arretrati, scatti automatici e stipendi maggiorati.
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