Non basta ad un gruppo di studenti il probabile avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del docente di un istituto romano che ha tagliato una ciocca di capelli ad una studentessa iraniana, perché a suo avviso la ragazza avrebbe dovuto partecipare alle lotte che stanno scuotendo l’Iran in questi giorni a seguito della scomparsa di Mahsa Amini: secondo i giovani di Azione Studentesca Roma, ‘nucleo Da Vinci’ istituto nel quale si è verificato l’episodio segnalato da La Repubblica, in troppi insegnanti c’è “inadeguatezza psicologica” e per questo motivo occorre introdurre “test psicoattitudinali” durante le fasi di accesso alla professione.
“Gli abusi compiuti dai docenti – scrivono i ragazzi – sono causati soprattutto dall’inadeguatezza psicologica dei professori al ruolo di insegnante. Troppa gente è riuscita ad entrare nella scuola senza la capacità nè la volontà di relazionarsi con noi ragazzi e diventare una guida per noi, inadatta a gestire una classe e spesso sfogando le sue frustrazioni su noi”.
Secondo gli studenti di ‘Azione studentesca’ “è a monte che il problema va risolto, a partire dalle assunzioni. Noi pretendiamo che per superare il concorso da insegnante sia necessario sostenere un test psicoattitudinale – sul modello di quello già richiesto ad esempio per le forze armate – che certifichi la capacità dell’aspirante professore di relazionarsi in maniera sana con noi studenti e di essere in grado di gestire una classe“.
Gli studenti hanno spiegato anche che la richiesta, che non farà mancare polemiche, è stata prodotta dopo che nella loro “scuola sono esplosi tanti casi di abusi sugli alunni da parte dei docenti: maltrattamenti, punizioni eccessive e persecutorie fino ad arrivare a vere e proprie molestie”.
“Queste notizie – hanno concluso gli studenti – sono spesso la punta dell’iceberg del marciume occultato dal timore per il potere della classe docente e per l’omertà che troppe volte caratterizza il mondo scolastico”.
Per questi motivi è sopraggiunta la richiesta dei test psicoattitudinali nei confronti dei docenti, da attuare contestualmente alle prove concorsuali.
Anche la Rete degli studenti medi aveva definito “gravissimo quanto accaduto. Pensavamo che gli abusi di potere da parte dei docenti appartenessero ad un’altra epoca”.
“Oggi gli studenti – hanno aggiunto dalla Rete – hanno diritti e dignità riconosciuti da leggi e statuti. Non possiamo tollerare che si usi violenza su una studentessa e si rimanga impuniti. Speriamo che gli uffici competenti si attivino al più presto per fare luce su quanto accaduto e si attivino delle procedure adeguate” a livello disciplinare, concordano gli studenti.
La Rete degli studenti medi, però, non ha chiesto di adottare cambiamenti nei metodi selettivi dei docenti: per loro, sarebbe sufficiente avviare un serio procedimento disciplinare verso il docente autore del taglio dei capelli alla studentessa iraniana.
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