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Docenti inglesi insoddisfatti

“Mal comune mezzo gaudio”. Con questo proverbio potrebbero consolarsi gli insegnanti delle scuole pubbliche di mezzo mondo, uniti non solo dal filo rosso dell’impegno di formare uomini e cittadini, ma anche dalla sfiducia nelle istituzioni e soprattutto dalla demotivazione. Di questo malessere soffrono i docenti del nostro Paese, dove anni di scarsa attenzione al sistema dell’istruzione e stipendi inadeguati creano frustrazione; degli USA, in cui violenza e salari bassi generano non poco disagio; della Francia, scossa dalle proteste per la riforma Allégre e dallo scandalo dei fondi utilizzati per finanziare illegalmente i maggiori partiti anziché per rinnovare gli istituti fatiscenti dell’Ile-de-France ed anche della Gran Bretagna.
In questo Stato, dove il sistema formativo pubblico è poco efficiente, un docente riceve in media 22.410 sterline, un preside elementare 30mila, un preside delle medie 40mila. Al contrario, un insegnante degli istituti privati, più produttivi, ha uno stipendio che varia da un minimo di 21mila ad un massimo di 45mila sterline mentre presidi e vicepresidi percepiscono tra 40 e 100mila sterline. Per riqualificare la scuola pubblica, i laburisti hanno da un lato stanziato 19 miliardi di sterline e dall’altro richiesto un miglioramento della qualità dell’insegnamento attraverso canoni manageriali e l’introduzione di salari differenziati in base al merito dei professori. Da settembre, i 500mila insegnanti della scuola pubblica potranno infatti incrementare il loro stipendio del 30 per cento se dimostreranno professionalità. Ai docenti l’efficientismo del Governo, accusato di esser troppo fiscale, non piace però molto. Per questo metà dei professori, secondo un sondaggio della società ICM per il quotidiano Guardian sta pensando di fuggire dalla scuola licenziandosi entro dieci anni.

Giancarla Silva

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