Gli studenti sembra considerino le loro insegnanti come un muro basso, specie rispetto ai più rispettati prof uomini. E’ quanto emerge da 2 ricerche americane della Eastern Washington University di Cheney (Washington State), che rivelano di come gli studenti trattano i professori in modo diverso a seconda che questi siano maschi o femmine.
Così succede che fra richieste di voti più alti e maggiore propensione all’ascolto verso i propri alunni, le docenti si muovono fra il sottile confine che le vede amiche o addirittura madri o vittime inconsapevoli di “sessismo studentesco“.
Infatti, come riporta il Corriere della Sera, nel primo studio, condotto su 300 università statunitensi, i ricercatori hanno intervistato 88 professori, ed è subito emerso che gli studenti sono molto più inclini a chiedere trattamenti di favore a una docente donna rispetto ad un collega maschio.
Le professoresse, nota lo studio, hanno spesso l’abitudine di intrattenere rapporti più amichevoli con gli studenti, alcuni dei quali fanno loro regali e chiedono aiuto per problemi personali. In realtà questi rapporti costituiscono, per le docenti, un carico psicologico ed emotivo che va a detrimento della loro carriera (?).
Invece, il secondo studio, ha esaminato le risposte di 121 studenti di psicologia di un college statale (età 18-22), notando come coloro che, al di là delle reali performance, ritengono di meritare successi accademici hanno più probabilità di chiedere trattamenti di favore alle professoresse, con rimostranze di vario genere qualora non ottengano quanto richiesto. D’altro canto, gli stessi studenti tendenzialmente non si rivolgono mai ad un docente maschio per ottenere gli stessi favori o comunque la stessa comprensione.
La ricerca americana mostra un maggiore numero di ragazze che non rispettano le proprie docenti, quindi in poche parole, sembra essere un sessismo anomalo, dove a considerare le insegnanti il muro basso sono, in numero maggiore, le stesse studentesse, e non i ragazzi come forse si potrebbe immaginare.
Non solo comprensione: addirittura, lo studio fa riferimento anche a comportamenti decisamente irrispettosi, come uscire senza permesso o utilizzare il cellulare in classe con la prof in aula a spiegare. “Faccio questo lavoro da vent’anni e i pregiudizi di genere sono molto evidenti”, racconta Molly Diallo, insegnante di scienze sociali in un liceo di Miami. “Prendiamo un mio collega di mezza età: le nostre personalità sono simili, ma i ragazzi sono molto più inclini a oltrepassare il limite con me rispetto a lui. Succede soprattutto con gli studenti maschi. Se li rimproveri o li metti in castigo reagiscono molto più veementemente di quanto farebbero con un insegnante maschio“.
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