Tutte le scuole italiane oltre ad avere un fondo di istituto cospicuo, hanno anche Fondo Sociale Europeo (FSE) per la formazione di alunni, docenti e adulti e i fondi per la valorizzazione professionale dei docenti. Nonostante tutti questi fondi che superano il miliardo di euro ad anno scolastico, gli stipendi dei prof languono e sono tra i più bassi di Europa.
Un docente laureato di scuola secondaria di II grado, con un’anzianità tale da trovarsi in classe stipendiale 0, percepisce uno stipendio netto di 1350 euro, mentre in classe stipendiale 21 percepisce uno stipendio netto di 1800 euro e a fine carriera, in classe 35, percepisce 1960 euro. In buona sostanza un docente di scuola secondaria di II grado non supera, anche dopo 40 anni di carriera, i 2000 euro netti di stipendio.
A fare da contraltare agli stipendi bassi dei docenti italiani ci sono fondi accessori importanti che servono per attuare i tanti progetti dei PTOF e i progetti PON di vario tipo.
In buona sostanza ogni scuola disporrà di almeno 100 mila euro di fondo di Istituto o, nel caso di scuole con molti iscritti, anche di cifre ben superiori, a cui si aggiungono i fondi per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, quelli per i PON e i POR, e anche delle esose erogazioni liberali.
I troppi progetti laboratoriali pomeridiani tendono a distogliere gli studenti dallo studio curricolare e, in alcuni casi, si tratta di progetti poco formativi che fanno perdere tempo prezioso. Sono tanti i docenti che pensano che sarebbe meglio dirottare i soldi dei progetti per un cospicuo aumento stipendiale, anche i miliardi di euro dei Fondi Sociali Europei potrebbero essere utilizzati per equiparare gli stipendi dei prof italiani a quelli dei docenti tedeschi.
Il Premier Conte, al fine di scongiurare lo sciopero del 17 maggio 2019, si è impegnato a chiudere un contratto della scuola a tre cifre e a trovare anche altre risorse per portare gli stipendi dei prof italiani a livello della media europea.
Si attendono i particolari del probabile accordo contrattuale sulla scuola nei prossimi tavoli tecnici. La domanda principale è la seguente:”Da dove arriveranno i miliardi di euro necessari per aumentare gli stipendi degli insegnanti, tenendo conto che sulla testa degli italiani c’è la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva dal 22% al 26,5%?”.
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