A volte nella scuola pubblica si gestisce il personale assai peggio che nel privato: è il caso di un’insegnante di scuola primaria assunta e licenziata per una trentina di settimane dalla dirigenza di un istituto comprensivo di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso, così da poter fare risparmiare la scuola sulla sua supplenza.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, il fatto risale all’anno scolastico 2018-2019: la maestra veniva sistematicamente assunta dall’istituto scolastico il lunedì per soli due giorni, così dal mercoledì alla domenica risultava disoccupata. Ed è andata in questo curioso modo per tutto l’anno scolastico. Secondo un’interpretazione del contratto a dir poco opinabile da parte della scuola, alla donna veniva concentrato lo “spezzone” settimanale di 11 ore nei primi due giorni della settimana. A quel punto, terminato il monte orario, gli si dava il benservito e se ne riparlava la settimana successiva.
Con questo stratagemma, introducendo la maestra “a cottimo”, la scuola ha risparmiato non poco: alla fine dell’anno scolastico, infatti, sommando tutti i mini-periodi pagati, la spesa complessiva per la supplente – per tutto l’anno di insegnamento – è stata di appena 1.600 euro. A fronte di circa 8-9.000 che le sarebbero spettati se non fosse stata indebitamente assunta e licenziata per una trentina di settimane.
La donna, però, non si è arresa. Ha svolto il suo anno di lavoro e alla fine ha presentato ricorso. Dopo essersi rivolta al sindacato, la Gilda degli insegnanti, la docente ha presentato le sue ragioni al Giudice del lavoro di Treviso: questo, nell’aprile 2021 le ha dato ragione: la scuola doveva riconoscerle una sorta di part-time al 50% per tutto l’anno scolastico, sia ai fini della retribuzione che del punteggio in carriera.
Solo che quel parere non ha mai avuto seguito: ad oltre un anno dalla sentenza del Giudice del lavoro, la docente non aveva ancora percepito nulla.
C’è voluto l’intervento del Tar del Veneto per imporre alla scuola e all’Ufficio scolastico regionale di provvedere, entro 90 giorni, al pagamento dei circa 7.000 aggiuntivi.
Secondo il nuovo dirigente dell’Istituto di Conegliano, Giovanni Pucciarini, la decisione del giudice va adottata senza se e senza ma.
“Non trovo corretto far attendere ancora molto questa persona – ha commentato – quindi procederemo al pagamento della cifra stabilita. Certamente però la nostra scuola non può restare col cerino in mano e quindi con un ammanco per due anni a bilancio. Chiederò all’ufficio scolastico provinciale di trovare una soluzione”.
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