Personale

Docenti nei social, la loro libertà di espressione è condizionata dal ruolo

Sempre più spesso si sentono le lamentele di taluni docenti che recriminano un eccesso di controllo della loro libertà di espressione nell’uso dei social. Non sono rari i casi di docenti richiamati dal proprio dirigente scolastico per avere utilizzato i social in modo improprio e non rispettando il codice comportamentale dei dipendenti pubblici.

Uso improprio di facebook

Nell’art.3, comma 2, del DPR 62 del 16 aprile 2013 c’è scritto con assoluta chiarezza che il dipendente pubblico, quindi anche l’insegnante, deve rispettare i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi. Nel successivo comma 3 del su richiamato art.3 del codice comportamentale della pubblica amministrazione, c’è anche scritto che il dipendente deve evitare situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione.

Proprio per questi motivi, l’insegnante deve fare particolare attenzione a quello che scrive sui social, in quanto un uso improprio di Facebook potrebbe essere definito come un comportamento che può nuocere all’immagine pubblica dell’Amministrazione.

In passato docenti che hanno scritto post facebook razzisti, violenti, omofobi e che hanno incitato all’odio con i loro scritti, sono stati severamente sanzionati da parte del loro dirigente scolastico. Improprio potrebbe anche essere, come educatori e divulgatori della legalità, diffamare i poteri dello Stato come il Presidente della Repubblica, la Magistratura o screditare la stessa scuola per cui si lavora.

Esiste anche l’esagerazione

Che esista un controllo spasmodico da parte della scuola, sull’utilizzo di facebook da parte dei docenti e del personale scolastico, è un fenomeno che si sta sempre più diffondendo. I dirigenti scolastici quasi quotidianamente sono sommersi da screenshot, inviati dai loro collaboratori, in cui si cattura cosa ha scritto su facebook il docente X e cosa ha scritto il docente Y. Bisogna comunque sapere distinguere quando un commento è censurabile, da quello che rappresenta la libertà di espressione. Purtroppo, come accade nei fenomeni nuovi, a volte c’è una vera e propria esagerazione. Una esagerazione che sfocia in provvedimenti disciplinari senza senso o in censure che non hanno motivo di esserci.

Lucio Ficara

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