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Docenti neoassunti e supplenti senza stipendio, arrivano i chiarimenti del Ministero: slittamento fisiologico

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, tramite il dott. Jacopo Greco, Capo dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale, precisa che l’amministrazione sta procedendo con la liquidazione di tutti i ratei autorizzati dalle istituzioni scolastiche per i supplenti brevi e saltuari. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la situazione è migliorata sensibilmente in termini di tempestività dei pagamenti anche grazie alle risorse aggiuntive che sono state recuperate in collaborazione con il MEF in sede di assestamento di bilancio.

Questo risultato, scrive Viale Trastevere in un comunicato, testimonia l’impegno del Ministero nell’ottimizzare le procedure di gestione delle supplenze brevi, migliorando i tempi di erogazione in un processo di continuo efficientamento che è ancora in corso.

Non ci sono malfunzionamenti

Per quanto concerne alcune segnalazioni relative ai tempi di erogazione della prima mensilità stipendiale nei confronti di alcuni docenti neoassunti in ruolo, che lamentano dei ritardi, è importante chiarire, a seguito degli approfondimenti svolti, che i tempi e le modalità procedurali di riconoscimento di tali emolumenti non sono dipendenti da presunti o eventuali malfunzionamenti del sistema informativo del Ministero.

Le tempistiche e le procedure amministrative in questione coinvolgono direttamente le istituzioni scolastiche e gli Uffici Territoriali del Ministero dell’Economia e delle Finanze (RTS). Si deve inoltre sottolineare che, a causa della norma derogatoria dei concorsi legati al PNRR, molte assunzioni in ruolo stanno avvenendo anche dopo il 1° settembre. Questo fenomeno ha generato uno slittamento fisiologico nella presa di servizio e, di conseguenza, una posticipazione dell’erogazione delle retribuzioni.

L’impegno del Ministero rimane quello di garantire la massima efficienza nei processi amministrativi, assicurando al contempo il rispetto delle normative vigenti e l’attenzione alle esigenze del personale scolastico.

La protesta

Proprio per oggi, 23 ottobre, è prevista una protesta da parte dei docenti senza stipendio da settembre. A farsi portavoce di 1700 insegnanti è stata una docente, che ha lanciato una petizione su Change.org per smuovere le acque e risolvere la grave situazione.

La docente, neoimmessa in ruolo, ha chiesto l’immediato sblocco delle retribuzioni. “Il Ministero dell’Istruzione non avrebbe fornito indicazioni chiare sulla stipula dei contratti – si legge nel testo dell’appello online – mentre alcune scuole avrebbero trasmesso la documentazione in ritardo. Le ragionerie territoriali, sovraccariche di lavoro, non sarebbero in grado di evadere le pratiche in tempi rapide”.

Le segnalazioni

“Ricevo moltissime segnalazioni – ha aggiunto – ci sono colleghi che non riescono più a sostenere le spese e sono dovuti tornare a casa chiedendo un periodo di aspettativa non retribuita. Non è possibile continuare a lavorare senza stipendio, non è un’emergenza o una situazione nuova per il Ministero, è qualcosa che si ripete ogni anno. È veramente una situazione surreale”.

Il grido d’allarme della Gilda degli Insegnanti

In una nota la Gilda degli Insegnanti ha espresso preoccupazione: “Nonostante gli adempimenti burocratici siano stati regolarmente svolti, numerosi insegnanti ci segnalano che, a distanza di quasi due mesi dall’assunzione, non hanno ancora ricevuto il loro primo stipendio e, a quanto pare ad oggi non risulta in pagamento nemmeno quello di ottobre. Oltre a quei docenti che attendono ancora gli arretrati di maggio e giugno.

Questi ritardi stanno creando serie difficoltà economiche per molti docenti, compromettendo la serenità necessaria per svolgere al meglio il loro compito educativo.

Chiediamo dunque al Ministero di intervenire tempestivamente per sbloccare i pagamenti arretrati e garantire il rispetto dei tempi di accredito, affinché tali situazioni non si ripetano in futuro. Confidiamo in una rapida risoluzione della problematica”.