Ha preso il via il confronto nella commissione Bilancio della Camera degli emendamenti al decreto Sostegni Bis: i più attesi sono senza dubbio quelli sulle Gps, con cancellazione o riduzione del triennio di servizio per le assunzioni da prima fascia, e con utilizzo anche della seconda fascia, con conseguente allestimento dei corsi abilitanti o di specializzazione nell’anno di prova. Ma ci sono anche proposte di modifica per ridurre il numero di alunni per classe, aumentare gli organici e ad allargare le assegnazioni provvisorie (tutti provvedimenti però di più difficile attuazione, perché nel frattempo l’amministrazione scolastica si è organizzata con i parametri in vigore).
Ad ogni modo, le richieste, prodotte in più versioni e anche da diversi raggruppamenti della maggioranza, hanno superato il primo scoglio della fattibilità. Ma in base a quanto si apprende, sul parere finale pesano non tanto i soliti immancabili veti del Mef, ma soprattutto l’ordine di immobilismo partito da Palazzo Chigi. Lo stesso che poco più di 40 giorni fa aveva siglato un accordo con i sindacati: il Patto per la Scuola, però, ha avuto vita brevissima, visto che solo poche ore dopo veniva licenziato dal Consiglio dei ministri un testo, il decreto legge 73, con contenuti decisamente modesti, almeno rispetto a quell’accordo.
Il risultato è che alla vigilia del voto da parte della commissione Bilancio della Camera su quelle richieste, da diversi parlamentari vicini al governo – Pd e Lega – giunge la richiesta esplicita di cambiare gli articoli 58 e 59 del DL. Anche parte del M5s si sarebbe “ammorbidita”. Con alcuni esponenti ormai allineati, soprattutto sul sostegno. Praticamente tutti sostengono che servono provvedimenti efficaci. E che quelli approvati dal Cdm vanno rivisti. Allargando, prima di tutto, la platea dei supplenti da assumere in ruolo. A partire dai docenti di sostegno.
“Lo scorso dicembre – ha detto l’on. Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera -, un emendamento a mia prima firma all’ultima legge di bilancio ha introdotto la possibilità, attraverso procedure semplificate, di immettere in ruolo tutti coloro che hanno un titolo di specializzazione. Oggi un intervento modificativo al Decreto Sostegni Bis apre la strada alla stessa procedura e ha l’appoggio trasversale di tutta la maggioranza”.
Casa ha ricordato che i dati Istat ci dicono “che lo scorso anno la Dad ha escluso sostanzialmente uno studente disabile su quattro. Iniziare l’anno scolastico con docenti di sostegno formati significherebbe dare una risposta a queste ragazze e ragazzi”.
L’inclusione “verso i soggetti fragili e le persone con disabilità è un impegno prioritario che il governo ha più volte ribadito in Aula. Un impegno che mi aspetto venga mantenuto con l’approvazione dell’emendamento e la celere immissione in ruolo dei docenti specializzati”, ha concluso Casa.
A fare pressing è anche il Pd. Dopo la presa di distanza dal M5s dei giorni scorsi, i dem hanno chiesto ed ottenuto un incontro di maggioranza con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “è servito per confrontarci sugli emendamenti al decreto Sostegni bis in materia di scuola. Riteniamo che con questo provvedimento si possa e si debba fare di più per l’istruzione scolastica italiana”, hanno poi spiegato Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo Pd in commissione Cultura, e Flavia Piccoli Nardelli, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
Il giorno dopo un altro dem, Francesco Verducci, vice presidente Commissione Cultura e Istruzione, ha detto che “va fatto di tutto per fare in modo che la parte scuola del decreto sostegni-bis venga cambiata e migliorata. In caso contrario sarebbe una sconfitta politica pesante per le forze di maggioranza che sostengono il Governo. Se il testo rimanesse identico sarebbe insufficiente rispetto all’enormità delle questioni aperte”.
Per Verducci “va assolutamente estesa la procedura di stabilizzazione a tutti i precari che abbiano maturato 36 mesi di servizio. Governo e forze politiche ascoltino le proposte dei sindacati”.
Il democratico sostiene che “in queste ore decisive” per il decreto occorre organizzare “un tavolo permanente di maggioranza per modificare il decreto Sostegni e per porre le basi per un provvedimento specifico sulla scuola che riformi il reclutamento e rilanci il potenziamento degli organici”.
Anche Mario Pittoni, responsabile dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura, ha auspicato l’allestimento di “una maggioranza trasversale che apra la strada a un decreto Scuola in cui inserire tutto quello che serve per garantire agli studenti un servizio all’altezza della situazione, a partire dai percorsi formativi abilitanti degli insegnanti, sospesi senza motivo dal 2014”.
“La norma – spiega Pittoni – estende ai docenti relegati in seconda fascia, il più delle volte per inadempienze dello Stato, la possibilità di concorrere per l’inserimento in ruolo, senza assurde prove preselettive che allungherebbero i tempi rendendo il provvedimento impraticabile. Obiettivo: garantire adeguata copertura dei posti vacanti e disponibili, già finanziati”.
Il tutto, ha detto ancora Pittoni, sarebbe “in linea con l’Unione Europea, la quale offre due principi che anche l’Italia è tenuta a rispettare: con tre anni di servizio l’insegnante ha diritto a un percorso formativo abilitante; e dopo tre anni a tempo determinato c’è pure il diritto al contratto a tempo indeterminato appena il posto si rende disponibile, come peraltro prevede il nostro ddl 355”.
“Ignorare tali indicazioni vuol dire rinunciare a strumenti fondamentali nella lotta al precariato cronico. E a uscirne penalizzati sono soprattutto gli studenti, sempre più spesso costretti – conclude Pittoni – ad accontentarsi di supplenti”, ha concluso il leghista.
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