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Docenti non vaccinati. Barbacci (Cisl): dati errati, sono precari non rilevati e soggetti fragili esonerati

Sui 220mila, tra docenti e personale Ata, non vaccinati prosegue la querelle. “Anche noi, come il sottosegretario Sasso, abbiamo l’impressione dell’insufficienza dei dati”. Ad affermarlo la segretaria aggiunta di Cisl scuola, Ivana Barbacci, nell’appuntamento di Tecnica della Scuola Live.

E spiega: “Sono due i soggetti che potrebbero non essere stati rilevati: i precari, che in molti casi le regioni non hanno registrato tra i docenti vaccinati magari perché residenti in una regione e in servizio in un’altra regione; e gli altri sono i lavoratori fragili per i quali si prevede un esonero dal vaccino. Quindi prima di entrare nella partita tra fazioni, vaccino sì, vaccino no, dovremmo rilevare i dati nella loro autenticità”.

Ma sono anche altre le misure che ci permettono di non contagiarci, continua la segretaria Cisl. “Bisogna distanziarci nei luoghi chiusi, bisogna non assembrarsi nei mezzi di trasporto, bisogna creare quella fruibilità degli spazi che ad oggi non c’è”.

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Si confrontano sul tema dell’obbligo vaccinale, oltre a Ivana Barbacci, Segretaria generale aggiunta di Cisl scuola, anche Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione; Valentina Aprea, deputata di Forza Italia; e il nostro direttore Alessandro Giuliani.

Il tema della sicurezza è legato a quello degli organici, a stretto giro.

La partita degli organici

“Siamo il 27 di luglio e chiederemo delle certezze sugli organici – continua la segretaria Cisl -. Siamo di fronte ad una partita importante anche sulle assunzioni per la quale non riusciremo a coprire tutti i posti vacanti, e questo è un tema che riguarda la sicurezza delle scuole, perché non c’è una stabilità di personale sul quale poggiare l’avvio dell’anno scolastico in termini di garanzia di una presenza stabile”.

“Se dobbiamo dare continuità di presenza a gruppi, cosiddette bolle, servono organici stabili”. E aggiunge in modo provocatorio: “Le bolle sono state una bella suggestione ma di fatto non si è garantita una stabilità di presenza perché il precariato non lo consente”.

Ecco perché “noi chiederemo continuità didattica e copertura di tutti i posti vacanti e disponibili al primo di settembre”.

Carla Virzì

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