Come abbiamo anticipato, la circolare del ministero che chiarisce i non detti del nuovo decreto Covid, precisa che “il personale docente ed educativo inadempiente all’obbligo vaccinale potrà essere impiegato nello svolgimento di tutte le altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni, quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione”.
E inoltre viene esplicitato: “A detto personale si applicano, fino al 15 giugno 2022 o fino alla data di adempimento dell’obbligo vaccinale, le vigenti disposizioni normative e contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa del personale docente ed educativo dichiarato temporaneamente inidoneo all’insegnamento“.
Il punto è che le disposizioni normative e contrattuali relative ai docenti inidonei a insegnare sono le stesse che riguardano il personale Ata. Ne consegue che, a quanto si capisce, i docenti inidonei all’insegnamento dovrebbero farsi carico di 36 ore di lavoro settimanali, che corrisponde alla quota oraria lavorativa del personale Ata.
Un argomento su cui si è espresso anche il nostro direttore Alessandro Giuliani nel consueto podcast settimanale: “L’indicazione del ministero scritta nel DL 24 pubblicato in Gazzetta Ufficiale stabilisce che i docenti non dovranno essere a contatto con gli alunni, ma non collocarli in aula significa impiegarli in altri progetti, ma quali progetti? Questi docenti non possono essere certo demansionati in segreteria. Quale orario dovranno seguire? Un docente non idoneo, anche se temporaneamente, passa agli orari del personale Ata – osserva -. Credo che il Governo abbia introdotto frettolosamente questa norma e ora il ministero dell’Istruzione dovrà venirne a capo“.
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