La crisi d’identità professionale, di cui da tempo il corpo insegnante è affetto, è stata ulteriormente accentuata dalle recenti disposizioni, in materia di viaggi d’istruzione e visite guidate, emanate dal MIUR in collaborazione con il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
Tali disposizioni fanno capire, anche ai non addetti ai lavori, come questo governo tenti di camuffare la sua incapacità amministrativa e decisionale declinando competenze e responsabilità ed aggirando, com’è nel suo stile, tutte quelle norme contrattuali che teoricamente dovrebbero tutelare le classi lavoratrici ma che, di fatto, vengono ormai considerate obsolete dalle logiche economiche dell’efficienza e della produttività.
Il consueto bailamme legislativo nel quale da tempo annaspa il sistema della pubblica istruzione, viene ulteriormente incrementato e reso grottesco dalle iniziative (cita la premessa) “…dirette ad accrescere i livelli di sicurezza stradale…” e fin qua, mi si potrebbe obiettare, nulla da ridire se il ministero ha deciso di prendere a cuore la sicurezza del trasporto scolastico e l’incolumità dei nostri ragazzi. Ma il paradosso giunge come un ciclone quando dal cilindro ministeriale, i funzionari, per dimostrare un’effimera efficienza, tirano fuori la nuova figura del “docente tuttofare”, al quale non vengono più richieste soltanto le usuali competenze disciplinari e didattiche o, nel caso specifico, di vigilanza sui minori ma conoscenze di natura tecnica, sanitaria e addirittura meccaniche. E sì, proprio così, durante i viaggi d’istruzione ai docenti accompagnatori toccherà l’onere e “l’onore” di “far da balia” al conducente del mezzo di trasporto assumendo: ora la funzione di psicologo, ora quella di assistente sociale, per le quali dovrà prestare la massima attenzione allo stato di sobrietà dell’autista, premunendosi di apposito etilometro (magari acquistato con il proprio misero stipendio) e, come se non bastasse, anche al fatto che il controllato non debba assumere psicofarmaci e debba mantenere una condotta ineccepibile e così via… Ma la mole di responsabilità e le insolite attribuzioni non finiscono qua. Ebbene, cari docenti, preparatevi a frequentare un corso accelerato di meccanica, perché tocca proprio a voi, cita l’illuminata circolare ministeriale, “…prestare attenzione alle caratteristiche costruttive, funzionali e ad alcuni importanti dispositivi di equipaggiamento…” del mezzo di trasporto.
Che i docenti si siano sempre preoccupati della sicurezza dei propri alunni, non è una novità. La custodia dei minori è sempre stato uno dei doveri fondamentali al quale nessun docente, ricoprendo in molti casi anche il ruolo di genitore, si è mai sottratto nell’espletamento delle sue funzioni, a prescindere dai contesti in cui esso viene esercitato. Quante volte docenti e dirigenti si sono premurati di segnalare situazioni di reale pericolo e stati di precarietà o insalubrità di locali e strutture che mettono a repentaglio la vita dei ragazzini, per poi vedersi rispondere picche dall’efficientissima macchina ministeriale? Era proprio necessario inventarsi la figura del “docente factotum” per dimostrare che la sicurezza è uno dei problemi più impellenti da affrontare e per comprovare, ancora una volta, l’incapacità e l’inefficienza dello stato nel risolverlo?
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