Mentre nelle scuole si stanno svolgendo, ad anno scolastico ormai concluso, le contrattazioni d’Istituto con fondi veramente irrisori e totalmente insufficienti a retribuire tutte le attività di lavoro aggiuntivo svolto dal personale docente,amministrativo, tecnico ed ausiliario, da Assisi, durante l’incontro con le scuole italiane, interviene il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini affermando che con la nuova spending review non ci saranno tagli alla scuola.
Il ministro Giannini dovrebbe sapere che le scuole sono realmente in affanno e non riescono concretamente a pagare tutto il lavoro svolto dal personale, si taglia pesantemente su voci come l’itineranza del docente costretto ad andare avanti e indietro da un plesso all’altro, si risparmia anche sui soldi assegnati al coordinatore di classe per il delicato ruolo che svolge durante l’intero anno scolastico, sulle direzioni dei laboratori, sulle varie commissioni, tagli pesanti anche sulle retribuzioni delle funzioni strumentali e sui compensi dei Docenti che collaborano con la dirigenza.
Siamo di fronte ad un ingente taglio dello stipendio accessorio che impoverisce drasticamente il salario degli insegnanti, che vengono pagat imeno ma esortati a lavorare di più e meglio. Quindi mentre si taglia il fondo d’istituto anche di oltre il 50%, il Ministro dell’Istruzione interviente direttamente per dire che la scuola costituisce un impegno prioritario del Governo. Questo ci conforta ma francamente ci saremmo aspettati molto di più da questo Governo, che a parole considera la scuola una priorità, ma nella realtà dei fatti taglia pesantemente il salario accessorio di tutto il personale scolastico.
Alla scuola servirebbero risorse economiche fresche ed aggiuntive per rinnovare il contratto, ormai scaduto da troppo tempo e per garantire un giusto ed equo salario accessorio, per coloro che si impegnano oltre il normale orario di servizio e svolgono funzioni aggiuntive indispensabili. La situazione salariale degli insegnanti sta diventando un caso limite che dovrà essere affrontato al più presto con buon senso e in modo pragmatico. Non è possibile pensare di tagliare le risorse economiche vitali per le istituzioni scolastiche e allo stesso tempo chiedere un maggiore impegno e una maggiore qualità dell’insegnamento a tutto il corpo docente. Bisognerebbe avere il senso della realtà e comprendere che per migliorare la scuola pubblica è necessario rinnovare il contratto restituendo dignità professionale al ruolo docente.
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