La pubblicazione dei movimenti della mobilità relativa al personale docente delle fasi B, C e D rappresenta una eccezione senza precedenti nella storia della scuola italiana, dove i docenti delle regioni meridionali si sono trovati, da un giorno all’altro, sbattuti nelle regioni settentrionali, perché l’algoritmo del Ministero dell’ Istruzione aveva deciso impietosamente così.
Si tratta in particolare della mobilità riguardante il personale docente della scuola dell’infanzia e della primaria, considerato alla stregua di palline impazzite di un flipper, scaraventate da una regione del Sud Italia ad una del Nord.
È una pesante ingiustizia nei riguardi dei docenti, già costretti a vivere tra mille peripezie con uno stipendio da fame (a quando il rinnovo del contratto?). La mobilità 2016 può essere giustamente definita la “mobilità sfasciafamiglie” perché tale si sta rivelando. Famiglie che ieri si trovavano unite e avevano progettato di avere un figlio o se ne hanno uno avevano pensato di concepirne un altro che si ritrovano divise per un destino avverso; madri che sono costrette a lasciare i mariti e i figli per recarsi nella nuova scuola di destinazione, padri che si ritrovano soli senza la loro compagna affianco costretti, come destati da un brutto sogno, a riavvolgere il nastro della loro vita e a ricominciare la routine; figli piccoli che si sentono da un giorno all’altro privati e strappati dall’affetto.
Insomma la mobilità sta generando una separazione forzata di padri e madri, in un tempo e in una società in cui mantenere una famiglia salda e unita è un’impresa titanica. E poi i mille problemi, dettati da una crisi economica lunga e pesante, che innesca situazioni di sopravvivenza, perché non si arriva alla fine del mese a causa di affitti cari e spese varie. Fatto sta che al Ministero dell’Istruzione e nei palazzi alti della politica poco importa della vita delle persone: basta che si applica la famigerata legge della “Buona Scuola” e del suo algoritmo.
Perché lorsignori vivono di stipendi lauti e non scendono dal piedistallo per andare incontro al popolo e toccare la carne viva della gente e capire realmente i loro quotidiani e grandi problemi. Purtroppo le riforme vengono fatte basandosi sui numeri e sulle carte e, per di più, chiedendo consulenze a magnati dell’alta finanza (con formazione chissà dove), che non potranno mai e poi mai capire e vivere i gravi e urgenti problemi della scuola italiana. Una cosa è certa: la roulette russa della mobilità 2016 si è prepotentemente impazzita generando lo scatafascio del personale docente, che si trova sballottato vertiginosamente a destra e a manca senza sapere perché. E questo rappresenta l’ennesimo fallimento del Miur che deve prendere atto e farsi i dovuti “mea culpa”.
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