I docenti della scuola paritaria sarebbero molto preparati, tanto da vincere i concorsi: quando partecipano ai concorsi pubblici arrivano anche prima degli altri, lasciando in questo modo scoperti i posti negli istituti non statali, dove il ricambio è ora complicato dalla mancanza di docenti abilitati che occorre tornare a formare. A sostenerlo è l’Associazione nazionale degli istituti non statali di educazione e istruzione (Aninsei), promotrice, il 30 marzo, di un convegno a Milano sul tema.
Senza nuove abilitazioni all’ insegnamento le paritarie chiuderanno, hanno spiegato dall’associazione.
Per il presidente Luigi Sepiacci “è grave il depauperamento che abbiamo dovuto subire a causa della Legge sulla Buona Scuola”.
“In questi anni – continua il rappresentante Aninsei – abbiamo dovuto affrontare un grave depauperamento nel mondo delle scuole paritarie. Lo Stato indice concorsi come quello della Buona Scuola per trovare insegnanti per le sue strutture e i nostri docenti, da noi formati nel corso degli anni, non solo li vincono, ma arrivano anche ai primi posti. E di questo noi ne siamo orgogliosi”.
Secondo Sepiacci, “purtroppo ciò accade saccheggiando, di fatto, il nostro personale senza però consentirci di assumere nuovi docenti da abilitare anche attraverso la nostra formazione”.
Secondo il presidente Aninsei, “le varie direzioni regionali già stanno mettendo in mora le nostre scuole, annunciando di volere ritirare loro la parità se non si dovessero dotare entro breve di docenti già abilitati, ma se i docenti abilitati non ci sono oggi sul mercato del lavoro, l’unica strada percorribile è quella di consentirci di formarli direttamente noi, anche – ha concluso – attraverso strumenti quali l’apprendistato professionalizzante di alta formazione”.
Con le regole attuali, invece, l’abilitazione all’insegnamento d’ora in poi sarà riservata ad una sola categoria di docenti: ai vincitori e idonei dei concorsi pubblici che non verranno assunti nei ruoli, infatti verrà rilasciata l’abilitazione all’insegnamento. Quella che servirà per lavorare, con precedenza su tutti gli altri precari che ne saranno sprovvisti, attraverso le graduatorie d’istituto (collocandosi nell’attuale seconda fascia) e, appunto, nelle scuole paritarie.
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