Riceviamo e riportiamo la lettera di Tillo Nocera, dirigente nazionale della Fish, riguardo la carriera dei futuri docenti per il sostegno.
Leggo la sintesi di un articolo del Messaggero sulla figura e sulla carriera dei futuri docenti per il sostegno; in vero il Messaggero riferisce della proposta di legge della Fish, senza riportarla correttamente, parlando addirittura di formazione “paramedica”, cui la Fish non ha mai pensato, nè l’ha mai scritta.
Riportate poi i pareri del Sindacato Anief e della prof Boscolo che insistono su una critica alla proposta di legge Fish come di un futuro docente per il sostegno, come figura medica; da dove si traggono questi giudizi? Nella nostra PdL n.2444 della Camera non si trova assolutamente questa visione.
Purtroppo si continua a riportare giudizi tranciati da altri che non hanno letto la nostra PdL o l’hanno volutamente travisata.
Quando noi parliamo di approfondire la formazione dei futuri docenti per il sostegno in modo che sappiano rispondere con didattiche speciali agli specifici bisogni educativi espressi da alunni ciechi, sordi, down, autistici, con gravi disabilità intellettive con altre minorazioni aggiunte, con disabilità motorie, tutti bisogni educativi assai diversi tra loro, intendiamo offrire risposte educative e non sanitarie a ciascun di tali alunni.
Quanto al vagheggiamento dl ripristino delle aree disciplinari nelle scuole superiori per il sostegno (linguistica, scientifica, tecnologica, espressiva) è da ricordare che la legge 128/2013 all’art. 16 ha abolito tali aree nelle scuole superiori, perchè facilitavano la delega della gestione del progetto inclusivo ai soli docenti per il sostegno, deresponsabilizzando i docenti delle singole discipline.
Noi proponiamo una formazione iniziale di 30 crediti universitari per tutti i futuri docenti curricolari , in modo che, aiutati dai colleghi per il sostegno, sappiano essere docenti della propria disciplina direttamente anche agli alunni con disabilità.
Altro che separazione dei docenti per il sostegno da quelli curricolari; anzi una più stretta collaborazione ma ciascuno con una professionalità diversa, quella curricolare anche per gli alunni con disabilità e quella di didattiche speciali dei docenti specializzati per favorire l’inclusione degli alunni con disabilità coi docenti curricolari e coi loro compagni.
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