Accade in Puglia ad una docente in servizio presso un Liceo della provincia di Lecce, il suo unico torto è quello di avere contrastato un provvedimento della nuova dirigente scolastica e averle urlato in faccia :”Lei in un anno ha distrutto la scuola”. L’ira funesta della diririgente si scaglia contro la docente, che dovrà subìre due procedimenti disciplinari, entrambi archiviati dall’USR Puglia, Ambito territoriale di Lecce, e una querela con capi di imputazione molto forti come l’oltraggio e la diffamazione. Quattro anni di relazioni tese, tra la dirigente scolastica e la docente, che hanno trovato la parola fine con atti di archiviazione del Tribunale di Lecce e dell’ufficio scolastico salentino.
Il 28 aprile 2023 il Tribunale Penale di Lecce ha posto fine alla lunga odissea giudiziaria che ha visto per protagonista una docente liceale denunciata dalla sua dirigente scolastica. La professoressa, rea di avere gridato in faccia alla ds, durante un Collegio docenti, “Lei in un anno ha distrutto la scuola”, denunciata dalla dirigente scolastica e rinviata a giudizio per i reati di oltraggio e diffamazione, è stata assolta con formula piena perché “I fatti non costituiscono reato”. In buona sostanza tutta la procedura penale si è svolta con l’attuazione della riforma Cartabia, quindi il Pubblico Ministero ha potuto stabilire che la soglia del reato non era stata certamente superata dalla professoressa e che quindi non esistevano i motivi per procedere contro la docente.
Si è trattato dell’esito conclusivo di una serie di atti indirizzati contro la stessa professoressa che ha dovuto difendersi pure davanti al consiglio di disciplina presso l’Ufficio Scolastico Territoriale della provincia di Lecce, per ben due volte.
Tutto è iniziato, a sentire il racconto della docente querelata, quando la dirigente scolastica, appena arrivata presso il Liceo, aveva preteso che alcuni docenti prestassero assistenza mentre gli alunni consumavano i loro pasti nella così detta “pausa pranzo autogestita” (una mezza ora tra le lezioni del mattino e i progetti del pomeriggio). Avendo contestato tale illegittima disposizione in quanto non rientrante negli obblighi contrattuali del docente, la docente fu punita dalla ds con una censura.
La dirigente scolastica, sempre seguendo la narrazione della docente, avrebbe chiesto all’USP una sanzione disciplinare, in quanto colpevole di aver espresso un parere oltraggioso sul suo operato, all’interno di una caotica e interminabile seduta del collegio dei docenti. Il provvedimento è stato archiviato dall’Ufficio con le seguenti motivazioni: “ha evidenziato la propria buona fede, confutando in toto quanto contestatole”; “si rileva altresì una condotta della prof.ssa […], seppure con toni accesi nei confronti della dirigenza scolastica, volta alla difesa dei diritti dei rappresentanti degli alunni”
Detto Ufficio aveva anche chiesto “all’USR Puglia l’attivazione di un’azione di monitoraggio nei confronti delle relazioni tra il docente e la dirigenza scolastica”.
Successivamente la dirigente ha sospeso la docente dal servizio e dallo stipendio, per tre giorni (pur sapendo che una simile sanzione non rientrava nei suoi poteri), quindi il giudice del lavoro di Lecce si è pronunciato a favore della docente, annullando la sanzione della dirigente e restituendo i soldi dello stipendio trattenuti illegittimamente.
La dirigente, successivamente, ha chiesto, sempre all’Ufficio Scolastico Provinciale, il licenziamento con preavviso della docente, perché, durante una malattia, non sarebbe stata trovata a casa dal medico fiscale, il quale però, in un secondo momento, dietro stessa sollecitazione della docente, ha effettuato nuovamente il sopralluogo e ha dichiarato di essersi “recato all’abitazione errata”.
L’USP, dopo avere audita la docente, considerate tutte testimonianze ed avendo verificato persino la presenza del numero di telefono della docente sul certificato medico, decideva di archiviare.
Casi come questi accaduti in Puglia non sono affatto rari, ma esiste un fenomeno di crescita esponenziale del contenzioso tra dirigenti scolastici e docenti. Segnaliamo casi simili in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, quindi qualcosa non funziona all’interno delle autonomie scolastiche. L’intolleranza al dissenso, al contrasto e al fare rispettare le regole contrattuali, hanno aumentato la conflittualità e l’aumento dei poteri del dirigente scolastico ha prodotto una evidente asimmetria interna e una rottura degli equilibri relazionali. Adesso che con il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021 si dovrebbe anche toccare l’aspetto delle sanzioni disciplinari dei docenti, servirebbe una particolare attenzione dei sindacati per normalizzare il problema e restituire l’equilibrio tra accusa e difesa nella procedura sanzionatoria.
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