La docente presa a colpi di sedia nel buio della sua aula da parte di alunni dall’atteggiamento delinquenziale, genitori che sputano in faccia alla maestra, sono fatti di cronaca vera che rappresentano la figura retorica di una categoria, quella dei docenti, che non ha più la giusta considerazione sociale.
Come abbiamo raccontato in un nostro articolo del 3 novembre 2018, in una scuola primaria di Saronno (Varese) una madre, per l’ennesima volta, fa ritardo di oltre mezz’ora dopo l’orario d’uscita nel recarsi a scuola a prendere il figlio e, quando le maestre glielo fanno notare invece di scusarsi ha insultato e sputato contro un’insegnante.
Quello sputo è la metafora della scarsa considerazione sociale di cui godono gli insegnanti, in quel gesto sconsiderato c’è tutto il disprezzo rivolto verso il ruolo di educatore e formatore che non viene apprezzato abbastanza dalla nostra società. Quella stessa mamma avrebbe agito con tanta inaudita aggressività se di fronte avesse avuto un magistrato, un questore o commissario di pubblica sicurezza? Probabilmente avrebbe desistito dallo sputare o dall’avere un qualsiasi comportamento aggressivo.
È recente la vicenda accaduta in un Istituto professionale della Brianza, dove alcuni alunni hanno spento la luce della classe e in un attimo con le sedie dell’aula hanno iniziato a colpire la docente di storia ferendola e facendola scappare fuori dall’aula.
Quei colpi di sedia rappresentano la metafora della debolezza di una categoria, quella docente, che non conta nulla e non merita rispetto, a cui non si rinnova nemmeno il contratto e che è considerata il parafulmine dei fallimenti educativi delle famiglie e della società più in generale. Una categoria malpagata e non riconosciuta socialmente per il lavoro che svolge.
Sono in molti a pensare che il fenomeno, sempre crescente, di casi in cui i docenti vengono aggrediti e vilipesi da studenti e genitori, sia dovuto ad una manifesta perdita di dignità e prestigio sociale degli insegnanti. Negli ultimi anni una scuola eccessivamente verticistica, che ha assegnato forti poteri nelle mani del dirigente scolastico e che ha indebolito la collegialità, favorendo la nascita di oligarchici staff di direzione, ha reso più fragile sia l’aspetto collegiale dei docenti ma anche quello individuale. Tale fragilità potrebbe avere avuto la negatività di rendere, al giudizio dell’opinione pubblica, molto debole il ruolo dei docenti.
Servirebbero delle leggi e delle norme contrattuali volte ad accrescere la dignità e il prestigio professionale della categoria docente, che da troppi anni è assurdamente bistrattata e non considerata.
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