Il tema delle modalità di assunzione dei docenti continua a tenere banco nella scuola: la questione è così dibattuta e rilevante che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non poteva esimersi dal parlarne durante l’audizione del 4 maggio davanti alle Commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato.
Il ministro: ci sono precari e precari
“Su quasi 500 mila posti comuni, abbiamo oltre 200 mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse – ha ricordato Bianchi -, la cosa sbagliata è trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse”.
Dal titolare del Mi sembra quindi esserci un’apertura verso l’immissione in ruolo dei precari storici già abilitati e specializzati.
“Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua”.
Una soluzione del genere è caldeggiata dalla Lega e da diversi altri parlamentari, tutti orientati ad assumere in ruolo i precari con concorsi per soli titoli e servizi.
La Lega vuole soluzioni veloci
Per giustificarne l’adozione, il sottosegretario della Lega Rossano Sasso ha ricordato che “centinaia di migliaia di docenti, che quotidianamente assicurano il regolare svolgimento delle lezioni scolastiche, aspettano da anni una soluzione dignitosa e la fine di uno stato di cose che ha portato l’Italia a subire diverse procedure di infrazione da parte dell’Unione europea”.
La posizione della Lega sta tutta nel ddl 1920 sull’assunzione per titoli e servizio dei docenti supplenti con almeno 36 mesi di servizio, a prima firma del senatore leghista Mario Pittoni : un progetto che lo stesso Pittoni ha definito “equilibrato e il meno ideologico possibile”.
I grillini: e chi ha vinto i concorsi?
Chi prende nettamente le distanze da un modello di stabilizzazione del genere sono i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura, secondo i quali l’assunzione in ruolo passa necessariamente per i concorsi ordinari.
“Questo Paese ne ha conosciute fin troppe di sanatorie ed è inaccettabile che si verifichino di nuovo con i docenti precari”, dicono i grillini.
Il rifiuto, sostengono, deriva “pensando alle nostre studentesse e studenti, che hanno diritto alla migliore istruzione possibile, ma anche ai docenti che hanno ottenuto una cattedra superando una prova concorsuale”.
“Confidiamo nella capacità del Governo – continuano dal M5s – di trovare la giusta soluzione che comunque non potrà mai essere una deroga alla valutazione del merito tramite prove concorsuali”.
M5s: presto tanti nuovi docenti
I deputati pentastellati ricordano anche che “32mila docenti che hanno superato il concorso straordinario saranno presto immessi in ruolo, ci sono altri due concorsi ordinari già banditi e, se necessario, si potrà attingere dalle graduatorie ancora presenti: proseguiamo dunque su questa strada”, concludono dal M5s.
Su come andrà a finire, comunque, c’è una novità. A fornirla è stato il dicastero della Funzione Pubblica: qualche giorno fa, sollecitato dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, per via delle possibili immissioni in ruolo semplificate derivanti dall’articolo 10 del decreto legge n. 44/2021 voluto dal ministro Renato Brunetta, il ministero che gestisce la PA ha detto che la questione del reclutamento dei docenti è tutta nella mani del dicastero dell’Istruzione.
La decisione finale
E dalle stanze di Viale Trastevere hanno fatto sapere che “il Ministero sta lavorando, come più volte dichiarato anche dal ministro Patrizio Bianchi, per tenere insieme la necessità di dare risposte al precariato con quella di creare un percorso stabile, virtuoso e innovativo di accesso all’insegnamento”.
Insomma, la decisione finale su come assumere i docenti precari è ormai chiaro che dovrà essere presa dal numero uno dell’Istruzione.
Il tempo, in vista del nuovo anno scolastico, però stringe e le posizioni nella maggioranza rimangono troppo divergenti. E più si avvicina l’estate, più la decisione da prendere si fa difficile.