Il piano dei concorsi per docenti e dei corsi abilitanti approvato dal Governo Meloni potrebbe produrre quei risultati importanti che sul fronte del reclutamento e delle stabilizzazioni dei precari “storici” i partiti del Centro-Sinistra non hanno saputo o voluto realizzare nell’ultimo decennio. A sostenerlo, sulla sua pagina Facebook, è Mario Pittoni, responsabile Dipartimento Istruzione Lega e già presidente della Commissione Cultura del Senato.
“Al personale docente – sostiene l’esponente del Carroccio – il Divide et Impera di Pd e M5s nella politica sulla scuola dell’ultimo decennio ha fatto danni gravi ai quali non sarà facile porre rimedio”.
Quindi, l’ex senatore Mario Pittoni si sofferma sul fatto che il concorso imminente riservato ai precari con non meno di 36 mesi di servizio alle spalle andrà a determinare un titolo con un peso specifico decisamente alto.
“Se chi in tempi recenti vanta tre annualità di servizio (compresi, quindi, gli iscritti al concorso straordinario bis) incasserà condizioni più agevoli di quanto previsto originariamente per l’abilitazione all’insegnamento – dice ancora il leghista – lo si dovrà anche alla compattezza che – mettendo all’angolo interessi particolari – la categoria ha saputo mostrare nella trattativa”.
Come abbiamo avuto già modo di scrivere, grazie alla conversione in legge del decreto 75 del 22 giugno 2023, art. 20, a decorrere dalla data di entrata in vigore dalla legge di conversione e per tutto il periodo di attuazione del PNRR, entro il mese di settembre 2023 dovrebbe essere bandita una procedura concorsuale, poi anche nel 2024, per coprire i posti che si renderanno vacanti e disponibili annualmente in ogni singola regione: il bando di concorso sarà bandito su posto comune per la scuola secondaria di primo e secondo grado, oltre che per i docenti specializzati sul sostegno.
La prova scritta consister in serie di quiz a risposta multipla volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, sull’informatica e sulla lingua inglese.
La prova orale servirà invece ad accertare, in particolare, le conoscenze e le competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa e le competenze didattiche sull’abilità nell’insegnamento anche attraverso un test specifico.
Potranno partecipare al concorso per i posti comuni di scuola secondaria di primo e secondo grado gli aspiranti docenti in possesso di:
• Laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, oppure del diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di secondo livello, e abilitazione nelle specifiche classi di concorso;
• titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso e aver svolto, entro il termine di presentazione delle domande di partecipazione al concorso stesso, un servizio di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre, nei cinque anni precedenti. Il servizio deve essere stato svolto secondo le disposizioni della legge 124 che prevede 180 giorni per anno scolastico o dal primo febbraio alla fine delle lezioni con la partecipazione agli scrutini finali;
• titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso e 24 CFU/CFA, conseguiti entro il 31/10/2022.
Potranno partecipare al concorso per i posti comuni di scuola secondaria di primo e secondo grado gli aspiranti insegnanti tecnico-pratici in possesso di:
• Laurea, oppure del diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di I livello, oppure di titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data d’indizione del concorso e con il Profilo conclusivo delle competenze professionali del docente tecnico-pratico abilitato nelle specifiche classi di concorso, e dell’abilitazione all’insegnamento specifica per la classe di concorso;
• Titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso, entro il termine di presentazione delle domande di partecipazione al concorso stesso, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre, nei cinque anni precedenti. Il servizio deve essere stato svolto secondo le disposizioni della legge 124 che prevede 180 giorni per anno scolastico o dal primo febbraio alla fine delle lezioni con la partecipazione agli scrutini finali;
• Titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso, entro il termine di presentazione delle domande di partecipazione al concorso stesso.
Oltre alla procedura suddetta è prevista una seconda procedura con bando, così come la procedura esposta in precedenza, entro il 2024 alla quale possono partecipare oltre ai docenti in possesso dei requisiti della prima procedura i candidati che hanno acquisito 30 CFU o li stanno per conseguire.
Le due procedure concorsuali saranno interrotte dal primo gennaio del 2025 quando prende il via la procedura prevista dal DPCM che prevede l’acquisizione di 60 CFU.
I docenti potranno partecipare al concorso riguardo ai posti di sostegno, oltre al titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso, dovranno avere superato il percorso di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità.
Il titolo di studio dovrà essere conseguito entro il termine di presentazione delle domande di partecipazione al concorso stesso.
Su questi argomenti il corso Conoscenze pedagogico-didattiche di base del docente concorso ordinario infanzia e primaria, a cura di Giovanni Morello e Michele Maffucci, composto da 16 ore di videolezione.
Su questi argomenti il corso Conoscenze pedagogico-didattiche di base del docente concorso ordinario secondaria, a cura di Giovanni Morello e Michele Maffucci, composto da 16 ore di videolezione.
I corsi approfondiscono le conoscenze pedagogiche e didattiche come richiesto nella “Parte generale” dei programmi d’esame. E’ richiesta infatti al candidato una buona competenza in termini di “mediazione didattico-educativa”. Che sappia cioè ideare, progettare e realizzare percorsi e situazioni didattiche adeguate ai bisogni formativi degli studenti e alle loro specifiche funzionalità e modalità di apprendimento.
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