È arrivato stretto giro di posta l’intervento della politica per sanare l’insana tradizione italica della reiterazione dei contratti a tempo determinato degli insegnanti di religione precari in servizio su cattedre vacanti: dopo l’intervento della Corte di Giustizia europea di inizio 2022 e della Corte suprema di Cassazione, che alcuni giorni fa è entrata a gamba tesa sulla questione dell’illegittima reiterazione dei contratti a termine, la soluzione all’annoso problema è spuntata dal Senato: un emendamento al decreto legge 36 ha introdotto l’avvio, a breve, di un concorso riservato a tutti i precari di religione che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio, con prova unica orale e graduatoria successiva permanente dove potrebbero collocarsi più di 100mila docenti di religione. Per il sindacato Snadir, promotore dei ricorsi in Europa e in Italia, è dunque arrivata l’attesa svolta. “La Tecnica della Scuola” ne ha parlato con il suo fondatore e segretario nazionale Orazio Ruscica: “Già per settembre ottobre dovrebbero essere pubblicati due bandi – ha detto il sindacalista -, e comunque i ricorsi per esseri assunti rimangono in piedi perché è sempre possibile ricevere i risarcimenti danni”.
“La Cassazione – spiega Ruscica a nostri microfoni – riprende quanto già affermato dalla Corte di Giustizia Europea” sul fatto che “anche per gli insegnanti di religione non si può ricorrere in modo abusivo all’utilizzo continuo dei contratti a tempo determinato: dopo 36 mesi vanno assunti. La Corte suggerisce delle procedure ed elenca le varie modalità che il legislatore deve chiaramente definire”.
Quelle che la prima e settima commissione del Senato hanno introdotto nel comma 8 dell’articolo 47 del decreto legge 36, da lunedì 27 giugno in via di approvazione definiva alla Camera.
I senatori, spiega Ruscica, hanno approvato “una normativa che è stata già utilizzata per i docenti delle altre discipline: si vogliono assumere gli insegnanti regione con oltre 36 mesi di servizio con una procedura straordinaria”.
Il requisito basilare è che “devono avere svolto almeno 36 mesi di servizio”. I dettagli del concorso, di cui si sa che comunque si tradurrà in un’unica prova orale sulla disciplina, sarà “oggetto poi del bando”, nel quale si specificherà che i tre anni minimi di supplenze devono essere stati “svolti negli ultimi cinque o otto anni, ad esempio”.
Di sicuro, specifica Ruscica, “c’è un elemento importantissimo in questo comma: riguarda la questione che le graduatorie a seguito di questa procedura straordinaria diventano graduatorie ad esaurimento. Quindi, è fondamentale che tutti i docenti di religione entrino in queste graduatorie”. Perchè questo significa che “una volta inseriti prima o poi saranno immessi in ruolo”.
Il sindacalista entra anche nel merito del concorso da svolgere: i docenti precari dovranno svolgere “soltanto una prova orale didattico-metodologica: in fondo – dice Ruscica – si chiede a questi insegnanti, certamente preparati, di discutere una lezione. Dovranno spiegare come si svolge, così Come è stato fatto per i docenti delle altre discipline”.
Il segretario Snadir ha infine ribadito che è importante ricorrere in tribunale per recuperare i 2.500 euro non assegnati ai precari con supplenza annuale, anche su materia comune, perché lo Stato ha negato loro la Carta del Docente ed anche in questo caso la Corte di Giustizia europea è intervenuta loro favore”.
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