Precari

Docenti precari, guarda quanto mi costa il mio incarico a causa delle nuove nomine digitali

Quest’anno le nomine degli incarichi annuali e fino al termine delle attività didattiche, da GaE e GPS, sono state fatte per via digitale con una scelta, al buio, delle sedi disponibili entro il 21 agosto 2021. Questo ha comportato dei disagi notevoli, spedendo a chilometri di distanza anche chi, fino all’anno scolastico scorso, aveva sempre avuto la supplenza vicino casa.

La storia di una prof precaria

Quest’anno le nomine sono state fatte online con la scelta delle sedi predisposta prima delle convocazioni. Bisogna dire che se non sceglievi tutte le preferenze della provincia, rischiavi, come poi è capitato a migliaia di docenti precari, di essere depennato dalle GPS di tutte le classi di concorso come rinunciatario di una supplenza. Un algoritmo che non perdona e che non ha dimostrato clemenza con nessuno. Un algoritmo che ha consentito ai riservisti non solo di avere riservato un posto, ma di poterlo scegliere anche con priorità. Un algoritmo che ha spedito a distanze anche superiori a 100 km dalla propria residenza, docenti con punteggi alti e tra i primi in graduatoria.

Una docente precaria della classe concorso A041, anche per il fatto che è una disciplina STEM e rischiava, scegliendo un annuale, di vedersi revocato l’incarico a causa dell’entrata in ruolo entro il 30 ottobre 2021 dei vincitori del concorso STEM, si è vista assegnata in uno spezzone di 14 ore in una scuola molto lontana dalla propria residenza.

Per quanto suddetto la povera precaria è stata costretta, per scelte forzose e per un algoritmo discutibile, a prendere uno spezzone in un Paese lontano oltre 100 km da casa non raggiungibile con i mezzi pubblici.

Costi benefici dell’incarico

Per l’incarico su spezzone di 14 ore, la docente riceverà uno stipendio non superiore a 1200 euro al mese, ma con l’aumento notevole dei carburanti sarà costretta a percorrere più di 200 Km al giorno per 5 giorni la settimana. La docente pendolare oltre a ricevere un misero stipendio, dovrà sopportare una spesa di carburante di almeno 500 euro al mese, senza contare l’usura dell’autovettura.

Partenza alle 6 del mattino, con arrivo a scuola alle 7,45, rientro a casa alle 15 del pomeriggio. Quando ci sono le riunioni, il rientro è non prima delle ore 20.

Alla docente restano in tasca sole 700 euro al mese, che dovrebbero servire per fare la spesa alimentare, pagare le utenze di casa e le tasse. Tenendo conto dello stress accumulato per viaggiare e svolgere la professione docente, i benefici sono proprio minimi, ovvero il punteggio e la speranza che il prossimo anno il meccanismo delle supplenze non sia penalizzante come quest’anno.

Lucio Ficara

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