Le immissioni in ruolo 2022 continuano a tenere fuori una platea molto vasta di precari. I concorsi scuola non permettono la stabilizzazione del precariato e producono con il loro nozionismo anche un alto numero di bocciati. L’anno scolastico 2022/23 si profila, quindi, per l’ennesima volta, all’insegna di cattedre vuote e precariato. La Tecnica della Scuola interroga i propri lettori sull’argomento.
Il decreto legge 36/2022, poi convertito nella Legge 79/2022 del 29 giugno scorso, ha infatti reso più lungo e difficile il percorso di accesso alla professione. Con una minima considerazione per i precari di lunga data, ai quali viene fornita solo una strada semplificata per accedere ai concorsi pubblici. Disco rosso, quindi, per le tanto invocate immissioni in ruolo riservate ai supplenti con almeno 36 mesi di servizio, il titolo d’accesso richiesto per l’accesso alla classe di concorso e l’abilitazione all’insegnamento. Una ritrosia che ha bloccato sul nascere la richiesta, anche pressante, di reintrodurre il cosiddetto “doppio canale”, già in passato adottato per fare fronte a situazioni di emergenza.
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