Con l’apertura dell’anno scolastico prende avvio anche la stagione delle proteste: domani 2 settembre è in programma a Roma una manifestazione indetta da diversi coordinamenti di docenti precari ma anche da gruppi come i “Lavoratori autoconvocati” di Roma di cui fanno parte pure docenti di ruolo.
La manifestazione prevede una presenza a Montecitorio dalle 10 alle 13 e una al Miur dalle 14,30 alle 18.
“Mai come in questo momento – scrivono gli Autoconvocati – appare evidente che per il corretto funzionamento della scuola la mancanza di un piano straordinario d’investimento sul personale attualmente precario in vista delle assunzioni, rappresenta l’origine dei problemi di sicurezza e didattici che affronteremo nel momento della riapertura. Sappiamo benissimo che se lo Stato non mette in campo un grande piano d’investimenti la riapertura sarà estremamente difficile, come lo è sempre stata in virtù dell’abuso del precariato, delle classi pollaio che rappresentano un problema che il Covid 19 non ha fatto altro che far venire alla luce ma che è strutturale per la Scuola italiana”.
“Come docenti di ruolo – aggiungono – sappiamo benissimo che il mancato investimento sull’impiego e l’assunzione del personale a settembre rappresenterà un enorme aggravio di lavoro per tutto il personale della scuola, dai Dirigenti ai Docenti, al Personale Ata e agli Studenti e Famiglie”.
All’iniziativa aderiscono quasi tutte le sigle sindacali del comparto, dai sindacati rappresentativi fino a quelli di base.
“La crisi del COVID 19 – scrive l’USB – ha solo messo definitivamente in luce le carenze strutturali di un sistema che impiega ogni anno quasi 200.000 docenti a tempo determinato, docenti che per stabilizzarsi dovrebbero superare un concorso straordinario, la cui struttura è pressoché identica a quella di un ordinario, che dovrebbe svolgersi in autunno, a detta della Ministra Azzolina, ma che rischia di essere rimandato sine die, visto l’aumento dei contagi e le misure di sicurezza insufficienti che pare verranno prese per le scuole. USB ribadisce quanto afferma da sempre: chi ha tre anni di servizio deve essere immesso in ruolo senza se e senza ma e le immissioni dovrebbero rispondere alle reali esigenze didattiche della scuola, non a calcoli di risparmio economico giocato sulla pelle degli studenti e delle famiglie, oltreché dei lavoratori”.
La Flc-Cgil, per parte sua, annuncia la propria adesione alla manifestazione indetta per “rivendicare sia una scuola sicura, innovativa e di qualità e sia la stabilizzazione dei precari”.
Anche lo Snals annuncia l’adesione alla manifestazione e la segretaria nazionale Elvira Serafini dichiara: “Sulla questione irrisolta del precariato della scuola si riflettono molti anni di errori di chi ha avuto ed ha responsabilità di governo. Anche nel frangente drammatico dell’emergenza sanitaria sono state rigettate proposte sindacali dettate dall’esigenza di avere in cattedra dal 1° settembre, in modo stabile, tutti i docenti necessari ad affrontare il più complesso anno scolastico della storia repubblicana”.
“La conseguenza paradossale – conclude Serafini – è che soltanto una piccola frazione dei posti autorizzati dal Mef saranno coperti stabilmente e che sarà necessario ricorrere massicciamente al personale precario, senza evitare i disservizi di inizio anno”.