La contemporanea presenza dei docenti precari in più graduatorie porta anche a rifiutare l’agognata immissione in ruolo: sembra una contraddizione, soprattutto quando si è supplenti da diversi anni. Ma le motivazioni sono diverse e ogni caso va valutato a sé.
È capitato, ad esempio, in Sicilia, dove su 243 docenti risultati idonei nel concorso del 2020, ben 40 hanno rinunciato all’incarico (praticamente uno ogni cinque idonei hanno detto ‘no’ all’immissione in ruolo). Il dato proviene da fonti dell’ufficio scolastico siciliano, secondo le quali è probabile che i docenti avessero già un posto di ruolo in altre scuole oppure preferiscano ottenere supplenze in istituti più vicini al luogo di residenza.
Sembra un paradosso, soprattutto se si pensa alle proteste in atto dei tanti aspiranti docenti risultati idonei all’ultimo concorso Pnrr e che rimarranno senza possibilità di assunzione a tempo indeterminato e pure senza abilitazione (con inevitabili ricorsi in arrivo).
Nei giorni passati, la stessa Sicilia era stata citata sui social dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, commentando proprio i primi risultati delle immissioni in ruolo degli idonei 2020 in attesa dei dati definitivi: queste assunzioni, aveva detto il numero uno del Mim, “si stanno rivelando un successo, smentendo i soliti allarmisti e mestatori di professione: 538 idonei assunti in Piemonte, almeno 450 in Emilia, 667 nel Lazio, 243 in Sicilia…”.
“Come promesso a suo tempo, il percorso di assunzioni è iniziato quest’anno e proseguirà fino ad esaurimento delle graduatorie. Senza il nostro intervento – ha concluso Valditara -, gli idonei sarebbero rimasti fuori“. Invece, ora si apprende che una parte si sono tirati fuori da soli.