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Docenti precari, riprende il toto-assunzioni

E’ ripreso in questi giorni il toto-assunzioni del personale precario della scuola: a scatenare la ridda di voci è stata una riunione tecnica tra funzionari del Miur e quello dell’Economia per valutare a fondo la possibilità di assumere, già da prossimo anno scolastico, alcune decine di migliaia di docenti: un numero, comunque, che sembrerebbe non inferiore alle 40.000 unità. L’ipotesi non sarebbe nemmeno troppo peregrina se si pensa che nel mese di febbraio il primo responsabile del dicastero dell’Istruzione, Letizia Moratti, aveva dichiarato durante una conferenza pubblica la volontà di portare avanti un piano di assunzioni pluriennali di 200mila insegnanti precari.
Durante il confronto, i tecnici del Miur e del ministero dell’Economia hanno esaminato la compatibilità dell’impegno economico da sopportare per la prima tranche di immissioni in ruolo: solo per l’anno scolastico 2005/2006 la spesa per lo Stato sarebbe vicina ai 100 milioni di euro, ma la stima di spesa non avrebbe turbati i tecnici guidati dal ministro Siniscalco.
L’ottimismo trapelato da viale Trastevere non sembra tuttavia tranquillizzare i sindacati.
Il primo a chiedere maggiori garanzie sulla fattibilità del piano pluriennale è lo Snals-Consal: "Un primo necessario strumento – ha dichiarato Gino Galati, segretario generale del sindacato – è inevitabilmente quello della stabilizzazione del personale e dell’immissione in ruolo dei precari su tutti i posti disponibili. Non è possibile pensare – ha continuato Galati – che in un Paese che intende essere collocato tra quelli civili, la scuola non sia garantita, in termini di qualità, anche attraverso la stabilizzazione del proprio personale il quale, invece, risulta attualmente precario con percentuali che non hanno riscontro negli altri Paesi europei".
Nemmeno la considerevole quota di 40.000 precari da assumere in un colpo solo, dopo gli appena 12.500 assorbiti la scorsa estate, sembrerebbe soddisfare Galati che non dimentica le decine di migliaia di impiegati della scuola non di ruolo appartenenti al personale Ata: "respingiamo con fermezza – dice il segretario generale dello Snals-Confsal – ogni ipotesi di soluzione parziale del problema del precariato, peraltro limitata al solo personale docente. Le notizie giornalistiche di questi giorni che prevedono 40.000 immissioni in ruolo non soddisfano il nostro sindacato: continueremo a portare avanti il nostro progetto e la nostra battaglia esercitando ogni pressione su tutte le forze politiche, perché sia data definitiva soluzione al problema di tutto il personale precario".
Anche la Uil Scuola, tramite il suo segretario generale, insiste sull’attuazione di un "piano pluriennale, con immissioni in ruolo a partire da settembre 2005. Chiediamo inoltre – ha detto Di Menna – che prima del passaggio al nuovo sistema di reclutamento, che prevede un periodo di formazione sul campo, di una fase di transizione durante la quale si assegni alla procedura delle graduatorie permanenti una percentuale di posti superiore all’attuale 50%. Su questi temi il nostro sindacato ha confermato la propria disponibilità al confronto con il Governo e con le forze politiche, sulla base di proposte certe e concrete e non sulla base di semplici annunci, e ha ribadito il proprio impegno al fianco del personale precario docente ed Ata".
Di tutt’altro avviso è Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An e promotore nei mesi scorsi dell’ipotesi di assunzione i docenti precari su tutti i posti vacanti rinunciando temporaneamente alla loro ricostruzione di carriera maturata con gli anni di servizio delle supplenze. "Va dato atto al ministro Moratti – ha detto Valditara – che sta mantenendo gli impegni presi: quel che mi preoccupa è la scarsità di tempo per consentire le prime assunzioni già dal prossimo anno scolastico".

Alessandro Giuliani

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