Cara ministra Azzolina,
siamo un gruppo di docenti precari della Provincia di Reggio Calabria che per l’ennesima volta ha visto infrangere i propri sogni a causa della decisione di non fare aggiornare le graduatorie d’istituto.
Ciò che vorremmo ricordarle è che siamo delle persone, non numeri, che negli anni abbiamo dovuto imparare a rimboccarci le maniche per poter sopravvivere, mentre continuavamo a spendere soldi ed energie pur di poter vedere aumentare il nostro punteggio. Abbiamo da sempre, quindi, dovuto affrontare sacrifici, ma lo abbiamo fatto con dignità. Quella stessa dignità che oggi vediamo calpestata! Per questo motivo riteniamo di non poter più ingoiare in silenzio bocconi amari dovuti a scelte scellerate che non ci ripagano dei nostri sforzi.
Delle decisioni che, ancora una volta, ci costringono a dover rimandare la costruzione del nostro futuro o, in alcuni casi, non ci permettono di guardare in faccia i nostri figli i quali, loro malgrado, affrontano con noi sacrifici, ed ai quali continuiamo a non poter dare alcuna certezza.
Eppure nessuno di noi si è mai sottratto alle proprie responsabilità di docente. Abbiamo sempre lavorato con grande dedizione, mettendo al centro di tutto la formazione dei ragazzi che ci sono stati assegnati.
Come abbiamo affermato sopra, nonostante la nostra precarietà, e nonostante le nostre incertezze nei confronti del futuro, non abbiamo mai smesso di investire nella nostra formazione, cercando di essere in questo modo all’altezza del ruolo ricoperto, ma soprattutto cercando di non deludere mai le famiglie che ci affidano i loro figli con fiducia. Anche in questo periodo di emergenza che il mondo intero sta vivendo, abbiamo cercato di far leva su tutta la nostra forza e, a dispetto delle nostre paure come esseri umani di fronte ad un “nemico” così oscuro quale è il covid19, non abbiamo mai smesso di avere parole di conforto e di incoraggiamento verso i nostri alunni; oltre al fatto che stiamo cercando in tutti i modi di non fargli mancare il diritto all’istruzione essendo per loro sempre presenti, anche ben oltre il consueto orario scolastico. Per fare questo spesso sacrifichiamo le nostre famiglie ed il nostro tempo, ma lo facciamo con amore, perché crediamo profondamente nel nostro lavoro che consideriamo in primis come una missione. Ed allora ci siamo attrezzati per affrontare la didattica a distanza con i nostri mezzi, a spese nostre, perché noi “precari” non abbiamo diritto alla carta docente, ma alla DAD non ci possiamo sottrarre.
Purtroppo, però, la nostra motivazione, la nostra volontà, i nostri sforzi non bastano. Siamo precari, e come tali dobbiamo continuare a vivere, come ormai siamo stati abituati da tempo, con la costante sensazione di essere sempre in bilico e con l’angoscia profonda dovuta alla paura di poterci ritrovare in qualsiasi momento senza lavoro. Confidavamo nei concorsi, ma anche questi si sono rivelati in realtà per noi un’ennesima delusione dal momento che, così come sono stati concepiti, non tengono affatto conto del nostro lavoro di anni durante i quali ci siamo “abilitati” sul campo; oltre al fatto che per ovvi motivi ci rendiamo conto che questi non possano essere espletati adesso. Speravamo pertanto di poter avere almeno una marcia in più con l’aggiornamento, che sicuramente ci avrebbe dato più possibilità di lavorare. Alcuni di noi avevano fatto persino dei progetti, che però sono andati in fumo nel momento dell’annuncio del rinvio…
Perché Ministro, quello che agli occhi di molti potrebbe sembrare un semplice rimando, in realtà per noi rappresenta un “mettere in pausa” le nostre vite e vedere allontanarsi la possibilità di dormire sereni sapendo di avere un lavoro, quel lavoro che abbiamo desiderato per anni e per il quale abbiamo dato il massimo!
L’idea di scriverle nasce dunque dalla consapevolezza che un nostro diritto purtroppo è stato negato e dalla constatazione che quando si decide sulla sorte delle persone lo si fa intervenendo per cercare di migliorare la loro condizione, non danneggiarla. Era quello che ci saremmo aspettati fino a qualche giorno fa…
Invece, per l’ennesima volta, ci siamo ritrovati con le nostre speranze in un futuro migliore svanite e con la domanda, rivolta a noi stessi, su cosa ci riserverà il nuovo anno scolastico…
Alla fine di questa nostra lettera Ministro troverà le nostre firme. Anche questa è stata per noi una scelta voluta proprio per rimarcarle il fatto che, come scritto già all’inizio, non siamo numeri. Ognuno di noi precari ha un nome ed un cognome, una storia, una dignità e soprattutto tanta speranza…Sì, speranza! Quella stessa speranza che ogni giorno cerchiamo di infondere ai “nostri” ragazzi, perché è così che ci piace definire gli alunni, e che non possiamo permetterci di perdere per noi, ma soprattutto per loro!
Giuseppina Andronaco
Alessandra Tedesco
Francesca Errigo
Maria Teresa Bagalà
Teresa Pisano
Oriana Crisafulli
Chiara Ardissone
Kesjana Doce
Iolanda Domenica Bartolo