In merito a quanto emerso dai telegiornali nei giorni scorsi, mi preme esprimere l’ennesimo affronto, che indirettamente, i docenti precari, particolare coloro che vantano anni d’insegnamento, continuano a subire.
Premetto che presa chiara consapevolezza della drammaticità del momento, menzionando chi è in prima linea negli ospedali, come medici, infermieri, personale paramedico, e poi le forze dell’ordine, volontari, e tutti coloro che garantiscono i minimi servizi necessari da considerare: veramente, eroi nazionali!!! Straordinari!
E capisco, quindi, la necessità e il dovere di assumere nuovo personale medico, in quanto quello attuale carente, e con ciò, dare urgentemente spazio ai neolaureati di medicina, senza necessità di sostenere l’esame di abilitazione alla professione. Considero tale gesto da parte del Ministero della Salute giusto e responsabile visto l’urgenza del momento, e quindi considerare abilitazione questa esperienza come tirocinio.
Ma perdonatemi, senza minimamente strumentalizzare questa situazione di cui tutti siamo dentro, ma da quanto tempo si da spazio a docenti non abilitati atti a soccorrere i docenti di ruolo che mai basterebbero, da soli, a portare avanti la scuola? Eppure, dopo 7 anni di insegnamento, mi si chiede di sostenere un esame al fine di vedermi riconosciuta l’abilitazione all’insegnamento.
Sperando che nessuno equivochi e consideri, ripeto, una strumentalizzazione la mia denuncia, ma seppur comprendendo quanto è nobile occuparsi e preoccuparsi di chi lavora sulla nostra salute, non vedo altrettanta attenzione e coerenza per chi si occupa e preoccupa della salute formativa ed informativa dei giovani, atti a diventare i futuri uomini e donne del domani, atti a contribuire alla crescita di una società civile. Processo, anch’esso, profondamente nobile, ma evidentemente sottovalutato.
Salvatore Sottile
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