Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha risposto ad alcune domande al question time alla Camera. In particolare, sulla questione del precariato ha affermato: “La questione è alla costante attenzione del Governo che ha iniziato a invertire una tendenza. Ricordo che il Pnrr ha introdotto un nuovo modello di reclutamento dei docenti, un antidoto contro il precariato. Non possiamo non considerare l’esperienza maturata durante le docenze a tempo determinato. Il primo concorso sarà a cavallo dell’estate e sarà riservato a chi ha almeno 3 anni di docenza negli ultimi 5 o chi ha conseguito i 24 Cfu”.
E continua: “Dobbiamo assicurare un innalzamento della qualità degli insegnamenti anche con il maggior numero possibile di docenti di ruolo in classe”.
Evidenzio, preliminarmente, che la questione oggetto della presente interrogazione è alla costante attenzione di questo Governo, che ha iniziato a invertire una tendenza, protrattasi per troppi anni, che ha portato lo Stato italiano a essere addirittura oggetto della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea sul tema dell’abuso dei contratti a tempo determinato nel sistema scolastico.
Ricordo, inoltre, che il PNRR ha nel frattempo introdotto un nuovo modello di reclutamento dei docenti, collegato a un profondo ripensamento della loro formazione iniziale, che potrà rappresentare un “antidoto” alla creazione di precariato solo dopo che sarà entrato pienamente a regime.
Per questo motivo, stiamo ponendo particolare attenzione alla fase di accompagnamento e transizione verso questo nuovo modello di reclutamento, che non può non tenere in conto l’esperienza professionale maturata dal personale docente nell’ambito dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato.
E così, nell’avviare un’importante stagione di nuovi concorsi da bandire con frequenza annuale, abbiamo fatto in modo che il primo di essi, che sarà bandito a cavallo di questa estate, sia riservato a coloro che hanno già prestato servizio per almeno tre anni negli ultimi cinque presso una istituzione scolastica, o che abbiano conseguito i 24 CFU secondo il previgente ordinamento.
Inoltre, a riprova della costante attenzione alla valorizzazione del servizio già prestato dai docenti “precari”, intendiamo favorirne l’accesso ai nuovi percorsi di abilitazione attraverso una significativa quota di riserva, nonché concentrando i contenuti dei percorsi loro riservati soprattutto sulle competenze teoriche ancora da acquisire.
Onorevole, quanto sinteticamente illustrato dimostra l’impegno di questo Governo di voler – anzitutto – assicurare ai nostri studenti un innalzamento della qualità dell’offerta formativa: obiettivo, questo, che intendiamo raggiungere senza dimenticare l’esigenza di garantire la continuità didattica oltre che il più alto numero possibile di docenti di ruolo in cattedra, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato.
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