Le recenti statistiche sulle categorie professionali più coinvolte nel fenomeno dell’evasione fiscale, hanno riproposto il tema delle lezioni private in “nero”: in base al rapporto Eures 2012, risulta, infatti, che l’89% degli insegnanti svolge ripetizioni scolastiche senza presentare regolare fattura. Premesso che coloro che svolgono regolarmente questo genere di attività dovrebbero aprirsi una posizione Inps, mentre per chi lo fa occasionalmente (accumulando a fine anno cifre non considerevoli) basta inserire gli importi delle attività percepite all’interno della dichiarazione dei redditi, sul fenomeno sono tornati ad esprimersi diversi addetti ai lavori.
Tra cui il segretario generale dello Snals, Marco Paolo Nigi, che non ha perso l’occasione per rilanciare una sua vecchia proposta: introdurre anche nelle scuole una sorta di intramoenia, con il compenso da assegnare al professore che svolge lezioni private deciso dal collegio dei docenti o dal consiglio d’istituto. L’ipotesi, ha spiegato Nigi all’agenzia Dire, “era già stata discussa con l’ex ministro Gelmini. Ne abbiamo parlato anche con l’attuale titolare del dicastero, Profumo, ma i tempi strettissimi della legislatura rendono praticamente impossibile qualsiasi trattativa“.
Il progetto potrebbe quindi essere tra i temi innovativi da inserire nella bozza del nuovo contratto collettivo nazionale. Rimarrebbe sicuramente in vigore l’inammissibilità a svolgere lezioni private ai proprio alunni, ma per i docenti vi sarebbe l’opportunità di svolgere regolari lezioni a pagamento anche all’interno dell’istituto scolastico. La modalità, tra l’altro, permetterebbe ai docenti di aprire le lezioni private anche agli adulti e a tutti coloro che ne sentono il bisogno all’interno del territorio.
Il progetto potrebbe quindi essere tra i temi innovativi da inserire nella bozza del nuovo contratto collettivo nazionale. Rimarrebbe sicuramente in vigore l’inammissibilità a svolgere lezioni private ai proprio alunni, ma per i docenti vi sarebbe l’opportunità di svolgere regolari lezioni a pagamento anche all’interno dell’istituto scolastico. La modalità, tra l’altro, permetterebbe ai docenti di aprire le lezioni private anche agli adulti e a tutti coloro che ne sentono il bisogno all’interno del territorio.
Il leader dello Snals non ha dubbi: in questo modo “si potrebbe dare un incentivo alla regolarizzazione delle lezioni private, spesso incanalate nel sommerso e senza una disciplina o un controllo sia delle capacità degli insegnanti che delle retribuzioni“. Il sindacato autonomo, quindi, rilancerà la proposta subito “dopo le elezioni politiche”.
In effetti, anche per i docenti che svolgono le ripetizioni si tratterebbe di una buona opportunità: oltre a regolarizzare una posizione fiscale che comporta sempre seri rischi, rendere pubblica l’attività extra-didattica potrebbe infatti allargare la platea dei potenziali alunni interessati al recupero. Considerando che stiamo parlando in media del 40% degli alunni (questa è la percentuale alle superiori che a fine anno scolastico incorrono in almeno un debito formativo), e che molti di loro non svolgono alcuna ripetizione, della collocazione del fenomeno all’interno di definiti paletti normativi si potrebbe avvantaggiare l’intero sistema.