Il sostegno agli alunni con disabilità rappresenta ancora una volta una delle “crepe” della scuola italiana. I motivi sono noti da tempo: la troppa precarietà, più o meno la metà delle 200.000 cattedre complessive; l’alto numero di cambi di docente di sostegno che seguono ogni alunno, sia durante l’anno scolastico, sia tra un anno e l’altro; l’eccessiva percentuale di insegnanti non specializzati in didattica speciale; oltre 60.000 posti collocati in organico di fatto. E chi vuole entrare in ruolo continua ad avere grosse difficoltà, pur in presenza di 100 mila cattedre prive di docente titolare.
Per chiedere soluzioni, il 4 settembre si è svolta davanti al ministero dell’Istruzione una manifestazione organizzata dal Comitato docenti di sostegno e dai i comitati dei genitori degli studenti con disabilità “contro le politiche educative del ministro Giuseppe Valditara, considerate inadeguate per garantire un’istruzione di qualità inclusiva”. Alla protesta hanno anche partecipato anche delle delegazioni di alcuni sindacati rappresentativi.
Roberto Garofani, della Uil Scuola Rua, ha tenuto a fare “un’amara constatazione: il nostro modello di inclusione degli alunni con disabilità è a rischio nonostante rappresenti un modello per tutti i paesi europei che si recano qui in Italia per studiarlo”.
“In Italia i supplenti sul sostegno, certificati dal Ministro, sono più di 100 mila. È un dato drammatico – sottolinea il sindacalista – aggravato dal fatto che le nuove misure che saranno attive da quest’anno non vanno nella direzione giusta”.
“Per le assunzioni – continua Garofani – è necessario istituire una graduatoria, con la possibilità di indicare preferenze su base nazionale. Bisogna riaprire le graduatorie provinciali (GPS) nel 2025 per consentire sia ai docenti specializzati che a quelli con esperienza pregressa su posto comune, di inserire il titolo abilitante eventualmente conseguito. Ciò rimedierebbe alle innumerevoli criticità riscontrate nel 2024, dagli errori dovuti a titoli mal dichiarati ai ricalcoli dei punteggi – CLIL su tutti”.
Quindi, il sindacalista chiede di “trasformare l’organico di fatto in organico di diritto” che e di garantire “docenti specializzati a tutti gli alunni con disabilità”: su questo fronte, comunque, il Ministero si appresta ad attivare dei corsi Indire per 85mila nuovi specializzati.
I manifestanti si dicono anche contro un sistema sottoposto a vincoli e consensi come quello dei docenti di sostegno scelti col placet delle famiglie: E anche contrari ai titoli conseguiti all’estero: “Riteniamo da tempo, che il sistema misto – titoli esteri e titoli italiani – contribuisca a creare divisione tra i precari incidendo negativamente anche sul pieno funzionamento della scuola”, sottolinea il sindacalista Uil.
Infine, Garofani chiede di “eliminare il numero chiuso delle università per l’accesso a corsi di specializzazione sul sostegno e stabilire un collegamento tra il numero di posti disponibili e il reale fabbisogno a livello nazionale”.
Alla manifestazione davanti al Ministero c’era anche una rappresentanza della Flc Cgil: Maria Grazia Pistorino, ha condiviso le ragioni della mobilitazione e ribadito, tra le altre cose, la contrarietà del sindacato “all’inserimento a pettine nelle GPS dei docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero ma non validato attraverso le previste procedure di riconoscimento”.
Anche la Gilda degli Insegnanti era presenta alla protesta: oltre alle motivazioni già sostenute dal Comitato promotore, il sindacato guidato da Rino Di Meglio ha sollevato ulteriori punti, legati alla necessità di stabilizzazione e garanzia di continuità e inclusività per docenti e alunni.
Verso le ore 16.00 una delegazione dei manifestanti, sei rappresentanti in tutto, è stata accolta dai dirigenti del ministero dell’Istruzione, ai quali hanno espresso le ragioni della protesta.
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