Sono bastate poche battute di Davide Faraone sulla riforma del sostegno per infiammare gli animi.
Faraone auspica infatti che in futuro tutti i docenti, anche quelli curricolari, siano in grado di occuparsi degli alunni disabili grazie ad un piano di formazione mirato e generalizzato.
“E’ probabile – ha detto Faraone in una intervista rilasciata a Republbica – che in questo modo l’espansione incontrollata degli organici di sostegno, oggi a quota 124mila docenti, cesserà, perché ad alcuni alunni verrà assegnato soltanto uno o più assistenti e i docenti curricolari verranno formati anche sul sostegno.”
La protesta degli insegnanti specializzati non si è fatta attendere. In un documento sottoscritto dai Partigiani della scuola pubblica, dall’Associazione Insegnanti di sostegno, dal Comitato nazionale “Per la scuola della Repubblica”, dall’associazione Illumin’Italia e da diversi altri gruppi sottolineano il decreto al quale il Governo sta lavorando “chiude le porte agli studenti disabili, delegando la loro formazione culturale al docente di classe”.
E aggiungono: “Il docente di classe, che dovrà aggiornarsi sulle tematiche della disabilità, spesso alle prese con tante classi numerose, ovviamente non potrà mai seguire adeguatamente il percorso individualizzato dello studente con disabilità”.
“Appare chiaro – sostengono ancora i firmatari del documento – come questa riforma consideri gli alunni disabili come soggetti aventi diritto esclusivamente a mera assistenza fisica quando invece hanno pieno diritto ad un insegnamento specializzato e consapevole dei loro particolari e personali processi di apprendimento”.
In realtà il problema è molto complesso ed articolato perchè recenti ricerche (una molto importante è stata realizzata da Dario Ianes e Andrea Canevaro) hanno mostrato che in molti casi i docenti di classe tendono a “delegare” all’insegnante di sostegno la responsabilità dell’intervento educativo nei confronti dell’alunno disabile. Un maggior coinvolgimento dei docenti curricolari appare dunque indispensabile anche se i timori che l’operazione si trasformi in una progressiva riduzione degli organici di sostegno sono comprensibili e legittimi.
I gruppi firmatari chiedono comunque ai segretari di Flc-Cgil, Cisl-scuola e Uil-scuola di “portare il dissenso dei genitori, di tutti gli insegnanti di classe e di sostegno, all’incontro con la ministra Giannini e il sottosegretario Faraone, previsto al MIUR per il 4 ottobre”.