L’esasperazione, lo stress da lavoro e la stanchezza accumulata di alcuni docenti è tale che a volte può riversarsi sugli alunni. Soprattutto se gli insegnanti sono a fine carriera. È probabilmente questo lo scenario di fondo, il burnout prolungato nel tempo, alla base delle minacce di una maestra ad alcuni suoi alunni e l’istigazione dei compagni di una scuola dell’infanzia di Isernia.
I genitori di un alunno, però, hanno notato nel figlio uno stato di malessere. Dopo avere chiesto spiegazioni al bambino hanno compreso che poteva esservi più di qualche problema con la maestra.
Da qui la denuncia in caserma e gli accertamenti tecnici, anche con l’utilizzo di telecamere nell’istituto: per un mese, i militari hanno registrato “una quarantina di episodi significativi”, scrive l’Ansa.
A quel punto, la docente è stata sospesa per quattro mesi dall’insegnamento: una misura cautelare, disposta dal Gip di Isernia.
Il Procuratore di Isernia Carlo Fucci ha convocato una conferenza stampa riassumendo l’accaduto: durante il racconto si è anche scagliato contro il sistema di reclutamento degli insegnanti che, a suo dire, non sarebbe attento ai profili psicologici di certi docenti, evidentemente non adatti a svolgere questa professione.
“Purtroppo – ha detto il Procuratore – c’è il ripetersi di episodi di violenza fisica, di violenza verbale, episodi indicativi di un sistema che non va, ovviamente non c’è generalizzazione da parte nostra, ma bisogna essere attenti nella fase della selezione” degli insegnanti che vengono assunti nella scuola.
Fucci ha anche criticato la mancanza di controlli, da parte delle istituzioni scolastiche, nella “fase successiva alla selezione” dei docenti “da parte delle autorità competenti: perché – ha sottolineato – è delicatissimo il rapporto di equilibrio tra un insegnante e un bambino, soprattutto”.
“Probabilmente – ha spiegato Fucci – per evitare episodi simili, bisognerebbe pensare a periodi di compensazione, di riposo per gli insegnanti che sono costantemente, quotidianamente a contatto con tanti bambini”.
Il procuratore si è quindi rivolto direttamente alle famiglie degli alunni: “Abbiamo convocato questa conferenza per dire ai genitori che registrano comportamenti strani, anomali dei lori figli di rivolgersi in tempi rapidi alle forze dell’ordine e, quindi, all’autorità giudiziaria”.
Quindi, il dottor Fucci ha tenuto a specificare che “nessuna misura viene chiesta o adottata da questo ufficio giudiziario, da questo tribunale, da questa procura in maniera avventata. Fermo restando – ha concluso – la presunzione di innocenza di tutti coloro che sono sottoposti all’indagine di dimostrare la loro eventuale innocenza”.
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