In Italia se i compagni di scuola ti bullizzano nessuno ti protegge, non c’è uno stato sociale a darti supporto: a sostenerlo è il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali Gianmario Gazzi. E lo stesso vale per il personale in difficoltà personale o che non riesce a reggere l’urto emotivo derivante dal contatto quotidiano con gli studenti.
In apertura degli Stati Generali, svolti a Roma, in piazza di Spagna, che culmineranno giovedì 23 marzo con i trent’anni dalla nascita dell’Ordine, Gazzi ha presentato tante situazioni nelle quali il cittadino protagonista è destinato a rimanere solo e senza il supporto di nessuno.
Davanti a 400 persone presenti e 2.500 assistenti sociali collegati on line, hanno discusso e si sono confrontati, tra gli altri, il direttore scientifico dell’Asvis, Enrico Giovannini, esperti per esperienza, ovvero persone che vivono sulla propria pelle il problema della disabilità, della violenza di genere e docenti universitari.
In Italia “se perdi il lavoro, se hai un figlio disabile o hai un problema di salute mentale o una dipendenza. Se sei anziano, solo o non autosufficiente. Se il tuo uomo è violento o se i tuoi compagni di scuola ti bullizzano. Se sei un migrante o un povero o hai i genitori sbagliati…Dovresti essere protetto, rassicurato, aiutato, assistito, curato. Ed è lì che scopri il welfare che non c’è, è lì che ti accorgi che nessuno è davvero protetto”, ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali.
Nella lista dei cittadini che avrebbero bisogno di assistenza, ma sono lasciati al loro destino, figurano anche tanti lavoratori della scuola, soprattutto insegnanti donne, vittime del burnout, quindi divorate dallo stress derivante dalla professione, costrette oggi rimanere in servizio fino a 67 anni, pur in presenza di disturbi psicologici evidenti e addirittura di diagnosi psichiatriche, tanto che queste risultano aumentate in pochi anni dal 31% all’82%.
Ma negli istituti scolastici ci sono anche tantissimi alunni e studenti con disturbi non certificati, spesso derivanti da situazioni personali e familiari difficili, che tengono “tutto dentro” e che avrebbero anche loro bisogno estremo di un confronto e di un supporto psicologico.
Chi si salva, ha sottolineato Gazzi, sono solo coloro che hanno la possibilità di “avere i soldi, tanti, e non potersi comprare quello che lo Stato dovrebbe garantire a tutti”.
“Noi siamo di parte, noi siamo partigiani, orgogliosi e abituati a stare nei luoghi dove molti non vogliono stare, non vogliono vedere, non vogliono nominare”, ha detto Gazzi ringraziando “il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto dare valore a questa occasione premiandoci con una medaglia”.
Oggi, 21 marzo, “è la Giornata Mondiale del Servizio Sociale dedicata quest’anno al rispetto delle diversità attraverso un’azione sociale comune, ma i ‘diversi’ sono tanti, in Italia e nel mondo e, per quel che riguarda il nostro Paese, per la lotta alle diseguaglianze e il rispetto dei diritti, c’è ancora troppa strada da fare. Non è più soltanto una questione di risorse, ma di priorità e il sociale non è una priorità a meno che non sia in corso una pandemia. Stiamo addirittura rischiando di mettere in forse le risorse del Pnrr perché non ci sono le strutture adeguate”, ha concluso il presidente.
L’esigenza di introdurre un supporto specialistico nelle scuole, anche per dare consigli e supporto psicologico agli studenti vittime di bulli, è da tempo caldeggiata dai presidi, che hanno più volte rivendicato il supporto stabile in ogni istituto anche per i docenti; la scorsa settimana ad uscire allo scoperto è stata anche la Rete degli studenti Medi che nella Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata i disturbi dell’alimentazione, ha esposto davanti al ministero dell’Istruzione uno striscione con scritto “Sportello psicologico in ogni scuola“.
Il 21 marzo è arrivata anche la notizia di una proposta di legge, attraverso la quale istituire, normare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale: a chiedere “subito una legge per avere un presidio psicologico in ogni scuola e università” sono state le organizzazioni sindacali degli studenti e dei pensionati.
L’ufficialità e le motivazioni della richiesta saranno presentate il 22 marzo alla Camera, dove alle ore 12 si svolgerà una conferenza stampa: interverranno Ivan Pedretti (segreatrio generale Spi Cgil) , Camilla Piredda (coordinamento Udu), Paolo Notarnicola e Camilla Velotta (Rete Studenti Medi).
Saranno presenti anche alcuni parlamentari, tra cui Nicola Zingaretti (Pd), Elisabetta Piccolotti (Avs), Elisa Pirro (M5S), Rachele Scarpa (intergruppo parlamentare salute mentale).
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