Il trinomio docenti-genitori-studenti è l’argomento caldo di questi ultimi mesi: docenti aggrediti, studenti bocciati, genitori che fanno ricorso al Tar e da capo, un circolo vizioso che non sembra trovare una quadra.
A far una disamina è Claudio Cerasa, direttore del Foglio che analizza cosa sta accadendo, “i veri somari sono gli studenti o i loro genitori?”
Secondo Cerasa, si assiste a una quotidiana minaccia contro uno degli organi rappresentativi più importanti d’Italia: i nostri insegnanti. E lo si fa mettendosi sullo stesso piano, “Io, genitore, non valgo meno di un insegnante. Io, genitore, conosco mio figlio meglio di qualsiasi docente. Io, genitore, pretendo di essere protagonista della didattica della scuola”.
E sul caso del ricorso al Tar per la studentessa del liceo scientifico Leonardo da Vinci, il direttore afferma: “In pochi si sono invece concentrati su un fatto molto più grave: cosa diavolo può spingere i genitori di uno studente a convincersi di saperne più degli insegnanti? La cronaca quotidiana ci mostra un mondo dove l’autorità degli insegnanti, delle scuole, dei presidi è minacciata ogni giorno da orde di genitori desiderosi di aggredire uno dei princìpi non negoziabili di una democrazia: il potere della delega. E così si ricorre al Tar per tutto”.
E conclude: “Quando capiremo che il parere di un papà a scuola non vale più di quello di un docente? E quando capiremo che una decisione presa su WhatsApp dalle mamme non vale più di una decisione presa in consiglio di istituto da una preside? I risultati sconfortanti degli Invalsi ci hanno detto molto sugli studenti somari. Ma ancor di più, forse, ci hanno detto qualcosa sui genitori asini. Che non solo non si preoccupano di far studiare a casa i propri figli, aiutandoli, ma che ogni giorno, con il loro elicottero, cercano di fare qualcosa per deresponsabilizzare i propri ragazzi invitandoli a diffidare dei loro docenti, a diffidare della delega e a contrastare il senso di autorità. A colpi di Tar. A colpi di invettive. A colpi di plotoni di esecuzione organizzati su WhatsApp. Uno non vale uno. Non è così in politica. Non è così neppure a scuola. Chi sono i veri somari?”