Non sarebbe la prima volta che un dirigente scolastico apre un procedimento disciplinare nei confronti di qualche docente per i suoi post facebook, ma bisogna che il post incriminato abbia realmente gli estremi dell’intervento disciplinare e non sia una legittima opinione o il senso critico di un legittimo e libero pensiero. A volte i post fatti sui social sono un esercizio del libero pensiero di una persona e nessun risvolto disciplinare può essere imputato, altre volte invece sono un’offesa al pubblico pudore, un attacco ingiustificato alle istituzioni e allora assumono un rilievo punibile disciplinarmente. In particolare i docenti devono stare particolarmente attenti all’uso smodato ed eccessivamente spregiudicato del mezzo social, perché questo potrebbe portare conseguenze di carattere disciplinare.
Gli eccessi di alcune sanzioni
Ci sono casi di post facebook contestati dai dirigenti scolastici, con apertura di un procedimento disciplinare, che sono palesemente inopportuni e non consentirebbero nemmeno un richiamo verbale o una censura nei confronti del docente autore del post. Si tratta del caso di una docente che viene punita per avere condiviso una vignetta simpatica sull’orientamento scolastico, censurata a non condividere più sul suo profilo facebook vignette di questa natura. Tra l’altro la vignetta era l’immagine di un quadro raffigurante il prima di una battaglia e il post battaglia, parafrasando quanto accade nelle scuole prima delle iscrizioni e dopo le iscrizioni.
Clamorosa è la richiesta di sanzione nei confronti di un docente, reo di avere scritto su facebook di amare il confronto con le persone intelligenti ed evitare, come la peste, il dialogo con le persone stupide, Ebbene la dirigente scolastica, in tal caso, si è identificata nel post, ritenendo che fosse diretto a lei che aveva intrattenuto due giorni prima un dialogo con il docente autore del post.
La sanzione disciplinare è uno strumento che andrebbe utilizzato come “extrema ratio” quando esistono gli elementi precisi e provati di un atto illecito o di un’azione deprecabile, non è una procedura da utilizzare per vendicare un torto personale che il dirigente pensa di avere subìto.
Sanzione disciplinare necessaria
A volte la sanzione disciplinare è assolutamente necessaria, quando per esempio si utlizzano i social per scrivere post crudeli, razzisti, violenti, post di disprezzo contro le istituzioni e i loro rappresentanti, post fortemente diseducativi, la pubblicazione di immagini o video che vanno contro l’etica professionale e il ruolo educativo che si ricopre.
L’utilizzo imporio del social, anche se utilizzato fuori dall’orario di servizio del docente, potrebbe determinare una precisa responsabilità di natura disciplinare da parte del docente.
Inasprimento delle sanzioni disciplinari per l’uso dei social
L’etica professionale di un docente non termina con l’uscita da scuola o a conclusione del suo orario di servizio, ma continua sempre ovunque si trovi e con chiunque si relazioni. Anche sui social il docente è chiamato a non trascendere, a non usare un linguaggio offensivo e a non scrivere cose eticamente deprecabili. I docenti che utilizzano Facebook in modo oltraggioso, rischiano seriamente una sanzione disciplinare. Esiste l’intenzione di inasprire le sanzioni disciplinari proprio per i docenti che utilizzano i social in modo inopportuno da ricevere una contestazione di addebiti.
Tra i temi di discussione riguardanti le sanzioni disciplinari dovrebbe intervenire la parte giuridica del rinnovo contrattuale 2019-2021. Il problema di fondo sulle sanzioni disciplinari da inserire nel contratto è quella che i sindacati non ritengono opportuno che sia il dirigente scolastico a contestare l’infrazione al docente e sempre lo stesso ds a giudicare e valutare le colpe e la sanzione da infliggere. Sarebbe, sostengono i sindacati, come se il ds fosse Pubblico Ministero e Giudice nello stesso processo, senza alcuna garanzia per l’imputato. Contrariamente l’Amministrazione vuole assegnare maggiori poteri sanzionatori al dirigente scolastico, questo nodo contrattuale rischia di essere lasciato alla solita sequenza che mai sarà avviata, come già accaduto nel CCNL scuola 2016-2018.